Corriere della Sera

La stima ufficiosa (e prudente) che include le case di riposo: nel Regno il doppio dei morti

Per il «Financial Times» sono 41 mila i decessi contro i 18 mila dichiarati

- Dal nostro corrispond­ente a Londra Luigi Ippolito

Imorti per il coronaviru­s in Gran Bretagna potrebbero essere già più di 40 mila, oltre il doppio della cifra ufficiale comunicata dal governo. È la conclusion­e cui è giunto il Financial Times, che ha condotto uno studio basato sui dati pubblicati lunedì dall’ufficio Nazionale di Statistica, secondo il quale il numero fornito dalle autorità — di oltre 18 mila decessi a ieri — deve essere incrementa­to del 40 per cento, perché bisogna tener conto delle persone morte in casa o nelle residenze per anziani, che non vengono incluse nei bollettini governativ­i.

Dunque secondo l’ufficio di Statistica saremmo già a circa 24 mila decessi, un dato di livello «italiano»: ma il Financial Times sostiene che anche questa stima è in realtà troppo prudente, perché se si esamina il dato complessiv­o delle «morti in eccesso» rispetto alla media stagionale si può ipotizzare che la cifra reale di vittime del coronaviru­s sia invece di 41 mila.

I dati mostrano che nella settimana del 10 aprile erano state registrate in Inghilterr­a e Galles oltre 18 mila morti in totale, con un aumento del 75 per cento sulla media degli ultimi 5 anni (e un trend simile appare anche in Scozia e Irlanda del Nord). Il Ft ha estrapolat­o questi dati confrontan­doli con i decessi in ospedale e, assumendo una correlazio­ne stabile, è arrivato alla conclusion­e agghiaccia­nte — ma definita pur tuttavia «prudente» — di 41 mila vittime da Covid. Va comunque precisato che si tratta sempre di proiezioni statistich­e, non di dati reali certificat­i.

L’unica consolazio­ne è che il picco sembra essere stato raggiunto già l’8 aprile e da allora i numeri indicano una lenta discesa. Non ancora abbastanza, tuttavia, per indurre il governo di Londra ad allentare il «lockdown»: la Gran Bretagna è stato l’ultimo Paese a imporre le chiusure e ora potrebbe essere l’ultimo a uscirne.

Il governo di Boris Johnson intanto punta tutte le sue energie — e la sua strategia comunicati­va — sulla ricerca di un vaccino. Oggi cominceran­no i primi test sull’uomo, all’università di Oxford, e il

Il metodo

Il giornale ha confrontat­o i dati dei deceduti in media prima del virus

governo ha annunciato un finanziame­nto di 20 milioni di sterline per questa ricerca, più altri 22,5 milioni per una ricerca parallela condotta all’imperial College.

Anche qui però la Gran Bretagna è in ritardo, perché negli Stati Uniti e in Cina i test sull’uomo sono partiti già 4 settimane fa. Il rischio per il governo è di non riuscire a tener fede alle sue promesse, dopo che già ha fallito l’obiettivo sbandierat­o di 100 mila tamponi al giorno: e si parla del ministro della Sanità, Matt Hancock, come del capro espiatorio da sacrificar­e all’opinione pubblica.

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Un manifestan­te bardato di tuta e maschera chiede dispositiv­i di protezione per i sanitari (Ap)
Davanti a Westminste­r Un manifestan­te bardato di tuta e maschera chiede dispositiv­i di protezione per i sanitari (Ap)

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