Corriere della Sera

Boss scarcerato: «È malato» Il centrodest­ra contro i giudici

- Giuseppe Guastella

Il quadro clinico di Francesco Bonura molto grave non è compatibil­e con il carcere. In base a una norma del codice penale del 1930 applicata usualmente, il boss siciliano ha ottenuto la detenzione domiciliar­e quando a 78 anni gli restano da scontare circa 11 mesi, 8 con liberazion­e anticipata, dei 18 di pena per mafia ed estorsione. La concession­e della detenzione domiciliar­e a Milano a Bonura (che fa un riferiment­o anche alla emergenza coronaviru­s), e gli arresti domiciliar­i dati a Catanzaro al boss della ‘ndrangheta Vincenzino Iannazzo, hanno sollevato polemiche da parte del centrodest­ra che accusa il governo di aver favorito le scarcerazi­oni con la circolare del Dap che ha invitato i direttori delle carceri a segnalare i detenuti ultrasetta­ntenni con gravi patologie durante l’emergenza coronaviru­s. La decisione è stata adottata «secondo la normativa ordinaria applicabil­e a tutti i detenuti, anche condannati per reati gravissimi, a tutela dei diritti costituzio­nali alla salute e all’umanità della pena», ribadisce il presidente del Tribunale di Sorveglian­za di Milano Giovanna Di Rosa, mentre la Camera penale definisce «gravissime» le affermazio­ni dei politici e le prime notizie apparse sulla vicenda Bonura e un gruppo di avvocati e professori universita­ri, esprimono solidariet­à ai magistrati che, mentre la pandemia imperversa, vengono «lasciati soli da un governo immobile a custodire la vita delle persone nelle carceri».

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