Boss scarcerato: «È malato» Il centrodestra contro i giudici
Il quadro clinico di Francesco Bonura molto grave non è compatibile con il carcere. In base a una norma del codice penale del 1930 applicata usualmente, il boss siciliano ha ottenuto la detenzione domiciliare quando a 78 anni gli restano da scontare circa 11 mesi, 8 con liberazione anticipata, dei 18 di pena per mafia ed estorsione. La concessione della detenzione domiciliare a Milano a Bonura (che fa un riferimento anche alla emergenza coronavirus), e gli arresti domiciliari dati a Catanzaro al boss della ‘ndrangheta Vincenzino Iannazzo, hanno sollevato polemiche da parte del centrodestra che accusa il governo di aver favorito le scarcerazioni con la circolare del Dap che ha invitato i direttori delle carceri a segnalare i detenuti ultrasettantenni con gravi patologie durante l’emergenza coronavirus. La decisione è stata adottata «secondo la normativa ordinaria applicabile a tutti i detenuti, anche condannati per reati gravissimi, a tutela dei diritti costituzionali alla salute e all’umanità della pena», ribadisce il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano Giovanna Di Rosa, mentre la Camera penale definisce «gravissime» le affermazioni dei politici e le prime notizie apparse sulla vicenda Bonura e un gruppo di avvocati e professori universitari, esprimono solidarietà ai magistrati che, mentre la pandemia imperversa, vengono «lasciati soli da un governo immobile a custodire la vita delle persone nelle carceri».