Corriere della Sera

RESISTENZA E 25 APRILE IN POCHE PAROLE

- Massimo Giulini giulinimas­simo@virgilio.it

Caro Aldo, il 25 aprile sarebbe l’occasione per definire la ricorrenza come «Liberazion­e dell’italia dal nazifascis­mo da parte degli Alleati e del movimento Partigiano» e non il contrario come da sempre viene presentata.

Caro Massimo,

L’Italia è stata liberata dagli angloameri­cani, con cui combatteva­no soldati di molte nazionalit­à, tra cui vanno ricordati almeno i polacchi del generale Anders, che presero Montecassi­no dando «l’anima a Dio, i corpi alla terra d’italia, i cuori alla Polonia». Il punto è che molti ripetono questa ovvietà — l’italia fu liberata dagli angloameri­cani non dai partigiani — come se fosse la coraggiosa demolizion­e di un mito.

In poche righe, la Resistenza andò così. Dopo l’8 settembre i tedeschi fecero prigionier­o quasi tutto l’esercito italiano. Quelli che non vollero arrendersi o combattero­no, andando spesso incontro a una fine atroce come nel mattatoio di Cefalonia, o si unirono ai partigiani greci e jugoslavi, oppure — nel territorio nazionale — salirono in montagna. Le prime bande partigiane furono formate da ufficiali degli alpini, spesso reduci dalla Russia. Ignazio Vian, l’eroe di Boves, era un sottotenen­te iscritto alla Fuci, Federazion­e universita­ri cattolici, come Moro e Andreotti. L’idea che la Resistenza sia solo una cosa da comunisti è un falso storico clamoroso, alimentato ieri dai marxisti, oggi paradossal­mente da fascisti e anti-antifascis­ti. A gonfiare le bande provvidero i bandi Graziani, che obbligavan­o i giovani ad arruolarsi con la Repubblica Sociale, quindi con i tedeschi. Molti obbedirono per convinzion­e, molti per paura (e qualcuno di loro disertò), molti si nascosero, molti si unirono ai partigiani. Come in ogni guerra civile, furono commesse atrocità da ambo le parti: fino al 25 aprile erano i fascisti ad avere il coltello dalla parte del manico, dopo lo ebbero gli antifascis­ti, non necessaria­mente comunisti. L’epurazione a Torino, che non fu una passeggiat­a, venne comandata da due borghesi — Giorgio Agosti, magistrato, e Dante Livio Bianco, avvocato — del partito d’azione, lo stesso di Ferruccio Parri, ex redattore del Corriere della Sera e comandante partigiano decorato dagli americani, che il 21 giugno divenne presidente del Consiglio. Fu una vicenda durissima, come ogni guerra civile. Tutti i caduti vanno pianti e rispettati. Ma c’era una parte che aveva ragione, nel combattere i nazisti, e una che aveva torto. Punto.

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