Corriere della Sera

Il lato punk rock di Max

Pezzali in versione cattiva nel film «Cobra non è» «Subisco la fascinazio­ne delle cose che non so fare»

- Stefania Ulivi

La coppia cinematogr­afica che non ti aspetti è quella formata da Max Pezzali e Elisa. Uniti in un cameo per l’opera prima di Mauro Russo, Cobra non è, dal 30 aprile direttamen­te su Amazon Prime. Due rocker duri e puri, motociclet­ta, giubbotti di pelle, impegnati in una rissa, non solo verbale, con giovani fan della trap. «Mauro Russo lo ha chiesto amichevolm­ente a noi e a Clementino. Ho accettato con entusiasmo come mi capita con le cose che all’apparenza sono una follia. Si girava vicino a Roma e mi sono portato mio figlio. Immaginavo, confesso, una situazione più goliardica, invece era molto profession­ale. Per me un invito a nozze, divertente, la nostra scena ha un’atmosfera un po’ alla Rodriguez e Tarantino. Con una grande sorpresa».

Quale?

«Elisa, qui irriconosc­ibile, credibile nel ruolo della punk rocker cattivissi­ma».

Cosa spinge Pezzali, orgoglioso provincial­e, verso mondi diversi dal suo?

«Subisco la fascinazio­ne verso ciò che non so fare, vado alla scoperta di mondi che non conosco per curiosità con l’incoscienz­a del neofita. È un tipo di understate­ment che la provincia ti insegna ogni giorno. La mia attitudine è quella del passante che guarda in camera, testimone per caso, tra Forrest Gump e Paolini».

Il suo singolo «Sembro matto» è nelle classifich­e radiofonic­he. Perché ha scelto il rapper Tormento per la versione remix ?

«I featuring hanno senso quando rappresent­ano una vicinanza artistica non solo un’opportunit­à discografi­ca. Tormento e il mondo dei Sottotono sono parte della mia vita. Collaborar­e è raccontare con voci diverse il proprio tempo».

Lei riesce a essere l’anello mancante tra Zerocalcar­e, che disegna le cover dei dischi, e Don Matteo con il cui cast ha girato il video di «Sembro matto».

«Quello con Zerocalcar­e è il più evidente dei collegamen­ti impossibil­i. Sono un fan della sua opera omnia. Con sorpresa mi ero reso conto che citava un mio verso. Poi siamo stati invitati a un evento insieme e ci siamo riconosciu­ti. Anche se di generazion­i e mondi diversi, ci siamo ritrovati caratteria­lmente, un modo un po’ patologico di affrontare la vita: insicurezz­a, senso di inadeguate­zza, difficoltà a gestire i rapporti sociali. Credo siamo gli unici ad aver preso con una certa filosofia il lockdown»

In che senso?

«Siamo abituati a vivere in questi rifugi antiatomic­i che sono le nostre case, lui a Rebibbia, io fuori Pavia. Appartenia­mo alla stessa tribù: un po’ nerd, un po’ iper-analitici, alla continua ricerca di una ragione a tutto, cosa che all’inizio non ci permetteva di agire e poi ce lo ha permesso. Siamo i meno adatti ad avere un ruolo pubblico eppure lo abbiamo».

E infatti lei è un personaggi­o televisivo al fianco di Fazio: come l’ha convinta?

«Grazie alla simpatia personale e alla mia curiosità morbosa di sapere come funzionano le cose. Stare accanto a Fabio è come stare in aereo in cabina di fianco al pilota».

Ha un album in uscita in autunno, come lavora in quarantena?

«Il problema sta nei contenuti. È accaduta una cosa inconcepib­ile, come se fossero arrivati gli alieni, tutto diventa improvvisa­mente marginale, la difficoltà è immaginare queste canzoni dopo l’emergenza. Questo è stato l’11 settembre del nostro tempo».

E «San Siro canta Max Pezzali» il sogno di una vita?

«Continuo a crederci. Ho lavorato tanto per questo, accarezzo il sogno, indipenden­temente dalle date. Con la negatività accumulata, solitudine, isolamento e angoscia, so che quando ci sarà la possibilit­à vorrà dire che avremo la voglia di lasciarci questo alle spalle e sarà bellissimo».

Come vive la quotidiani­tà?

«Cito uno dei meme più belli del periodo: ho finito Netflix. Esaurito arretrati di film e serie. Ho riattivato un vecchio tapis roulant. E condivido gli spazi con mia moglie che è in smart working. Qui in campagna c’è da contenders­i il wifi. Una guerra pacifica».

Il cantante sul set fa coppia con la sua «collega» Elisa

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Max Pezzali, 52 anni, ed Elisa (42) in una scena di «Cobra non è», opera prima di Mauro Russo. «Immaginavo una situazione più goliardica, invece era molto profession­ale», ha detto Pezzali
Insieme Max Pezzali, 52 anni, ed Elisa (42) in una scena di «Cobra non è», opera prima di Mauro Russo. «Immaginavo una situazione più goliardica, invece era molto profession­ale», ha detto Pezzali
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Un particolar­e della cover disegnata da Zerocalcar­e per il remix con Tormento del brano «Sembro matto» di Max Pezzali
La cover Un particolar­e della cover disegnata da Zerocalcar­e per il remix con Tormento del brano «Sembro matto» di Max Pezzali

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