«Esilio finito, ora quarantena in casa con mamma»
Èuno dei 6.500 calabresi che hanno fatto domanda per rientrare in Calabria dopo due mesi di «esilio». Walter Lancellotti, 22 anni, vive a Roma dove sta seguendo un master di doppiaggio e adattamento ai dialoghi. Ha un cuore nerazzurro (sponda atalantina) ed era a Milano, nel febbraio scorso, ad assistere alla gara di Champions League Atalanta-valencia, dopo si sarebbe sviluppato il boom dei contagi da coronavirus. «Sono stato fortunato a non essere stato contagiato, ma non mi sono mai preoccupato», dice. A Lamezia lo aspettano la madre Alessandra Magnavita, 55 anni, avvocato, e la sorella Azzurra. «Tornerò in treno e una volta messo piede alla stazione di Lamezia mi aspetto che mi facciano il tampone, anche se sono certo che non accadrà. Trascorrerò la quarantena a casa. Abito in un grande appartamento, con due bagni, quindi sarà agevole gestirmi», spiega.
Laurea triennale con 110 e lode in Lingue e letteratura moderna, conseguita a Ferrara, appassionato di spettacolo e arte, Walter è uno dei giovani «cervelli» italiani che hanno ottenuto una borsa di studio per il master in
Global marketing, comunicazione e made in Italy. A dicembre è stato premiato a Roma, a Montecitorio, dalla Fondazione Italia-usa, come uno dei talenti emergenti. «Ho un gran desiderio di tornare. Non mi aspettavo un esilio così lungo. Sono stanco, vivere in un piccolissimo appartamento, con una sola finestra, con tre colleghi, senza poter uscire di casa, è stata dura». E aggiunge: «Noi studenti in questa emergenza siamo stati abbandonati dalla regione».