Metà in classe e metà a casa? Azzolina frena: la decisione non c’è E ora si pensa a un’unità speciale per aiutare i presidi a settembre
glio» — e quello della collaborazione tra scuole e enti locali «per poter utilizzare gli spazi che esistono» nelle diverse realtà. Ma su una cosa è chiaro: non si aspettino miracoli per settembre. Dove ci sono i problemi di sovraffoldelle classi — non alle elementari dove la media degli alunni è 19 — o di strutture scolastiche è «necessario un piano pluriennale»: «Sono dieci anni che diciamo che la dimensione ideale di una classe è di 10-12 bambini». Entro la fine della prossima settimana la commissione di esperti farà le prime proposte concrete. Sulla didattica mista anche il presidente dell’anp Antonello Giannelli ha dei dubbi: «È molto difficoltoso: si dovrebbero cablare gli istituti e ci sono problemi di natura pedagogica: l’impostazione di una lezione in presenza è diversa da quanto va fatto a distanza». Per le elementari Ascani ipotizza «l’apprendimento esperienziale di ispirazione montessoriana»: i gruppi (piccoli) potranno svolgere a giorni alterni attività diverse, con una maggiore attenzione allo sport, alla musica, all’arte e alle tante attività, anche di creazione digitale. I sindacati ma anche i presidi e le forze di maggioranza chiedono un confronto serio e allargato, ma soprattutto per quanto riguarda la flessibilità e cioè le decisioni delle singole scuole «serve un quadro nazionale di orientamento». Resta aperto il nodo degli insegnanti: è vero che gli studenti quest’anno sono di meno e non sono stati fatti tagli di organico, ma è difficile che i docenti possano bastare se le classi saranno molte di più di quelle attuali: si potrà ricorrere ad associazioni e volontari per organizzare le attività alternative. Intanto torna la polemica sulla maturità: questa volta sono i presidi a farsi portavoce dei dubbi e delle paure degli insegnanti e a chiedere al più presto un protocollo per la sicurezza, altrimenti meglio tornare all’ipotesi della maturità a distanza.