Dai bimbi alle aziende Le donazioni superano il miliardo di euro
Più di un miliardo di euro. E aumentano di ora in ora. Non soldi dello Stato con la maiuscola a prescindere, ma di quello che la maiuscola se la meriterebbe sul campo: un miliardo fatto di donazioni.
Grandi e piccole, provenienti da singoli cittadini e fondazioni, aziende e associazioni, enti filantropici e persino bambini delle elementari: più di un italiano su tre, interpellato dall’emergenza, si è sentito in dovere di aprire il portafoglio per dare il suo contributo alla lotta contro il Covid19. Lotta partita non solo dal basso ma da subito. E gli analisti sono concordi nel dire che «senza questa mano privata gli ospedali, ma non solo, non avrebbero retto il colpo». Peccato che anche questa medaglia stia mostrando col passar dei giorni il suo rovescio: scaricato sul virus l’intero fiume dei soldi disponibili, chi sosterrà il colossale impegno sociale con cui il Terzo settore sostiene di fatto l’italia? Su tutto, attenzione: poveri e disabili, anziani e disoccupati. Come andrà avanti chi si occupa di ciò che non ha il timbro Covid?
Questo l’oggetto dell’inchiesta esclusiva cui è dedicata la copertina del prossimo
Buone Notizie, il settimanale del Corriere in edicola gratis domani come ogni martedì con il quotidiano. La base di partenza sono i dati processati da Italia Non Profit con altri enti del Terzo settore e le cifre di una indagine Bva Doxa svolta fra il 20 e il 24 marzo: già allora il 59% degli italiani si era mobilitato in prima persona. E questo è il bicchiere mezzo pieno: tanti obiettivi raggiunti, l’esplosione del fundraising. Dall’altra parte le ombre. Sul fronte fiscale, sulla trasparenza (forse è l’ora di un «donation act» con regole chiare per tutti) e soprattutto — come si diceva — sul ruolo del Terzo settore nel suo insieme: lasciato fuori da tutti i tavoli spuntati in questi mesi. Occorrerà pensarci.