LA POLITICA CAMBIERÀ? PER ORA È UN’ILLUSIONE
Caro direttore, molti commentatori ed esperti e scienziati e ricercatori affermano giustamente che, nel caso della attuale pandemia, non esistono norme di comportamento «legali» (generalizzate e imposte dall’alto) che siano efficaci se non accompagnate da un comportamento individuale, della gente comune , improntato al buon senso e alla autodisciplina. Come credo che sia avvenuto, in generale e in questo primo periodo di tempo. Occorrerebbe però aggiungere, a mio parere, che ciò è particolarmente vero per la classe politica nel suo insieme. La quale, invece, sta dando una magnifica testimonianza di come ciò non sia da essa applicato. Mai come oggi c’è stata una frattura così profonda tra i cittadini e coloro che dovrebbero rappresentarli. E poiché non voglio fare azione di ipocrisia, non posso esimermi dal precisare che mi riferisco alla (quasi tutta) opposizione e ai (alcuni) settori governativi. Pier Luigi Bonanate Caro signor Bonanate,
Abbiamo assistito nelle ultime settimane a un crescendo di polemiche che ci ha tolto ogni illusione. Avevamo sperato che la politica italiana potesse cambiare, che uno spirito di responsabilità nazionale prendesse finalmente il posto delle vecchie abitudini. Non è stato così. Lei giustamente osserva che le colpe vanno ugualmente distribuite tra gran parte della maggioranza e dell’opposizione. Il premier Giuseppe Conte poteva evitare le tante scelte solitarie, a volte comunicate in modo confuso. I leader dell’opposizione (con l’eccezione di Silvio Berlusconi sul fronte della trattativa con l’europa) sembrano tornati sulle barricate a coltivare la propaganda. Tutti, nei due schieramenti, con lo sguardo rivolto alla presunta popolarità delle loro scelte. Sono riusciti così a passare, senza alcuna coerenza, dalla richiesta di misure dure di chiusura all’invocazione di un pericoloso «liberi tutti». Con l’aggiunta di una conflittualità perenne con altri importanti protagonisti della scena politica come i governatori regionali. Affrontare una fase così delicata in queste condizioni è impossibile: se ne è reso conto, ad esempio, il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Pensare a un nuovo governo nel pieno di un’emergenza mondiale è irrealistico e rischioso. Due elementi sono però certi: la crisi sanitaria durerà ancora a lungo (ameno fino alla scoperta di una cura o di un vaccino) e altrettanto a lungo durerà la crisi economica con tantissime imprese che rischiano di sparire. E allora è troppo chiedere che la politica abbandoni le ricette illusorie? Che scatti un’unità vera tra le forze politiche sotto il segno della responsabilità nei confronti degli italiani e del loro destino?