Corriere della Sera

Il caos dei test sierologic­i

Per i sanitari è gratis, lavoratori e cittadini invece lo devono pagare Il ministero: «Ma non esclude un’infezione in atto». E il Pirellone chiede ai centri privati di garantire che sia seguito dal tampone

- Di Simona Ravizza e Lorenzo Salvia

Ogni Regione li modula a modo suo. Anche le aziende hanno preferito il fai da te. Eppure sui test sierologic­i il ministero della Salute invita alla prudenza.

Sono stati definiti uno degli strumenti chiave per la riapertura del Paese in piena sicurezza. Ogni regione li modula con schemi e tempistich­e diverse, perché pure qui il federalism­o non si tocca. Anche le aziende si sono mosse, spesso in regime fai da te. Eppure sui test sierologic­i, che rivelano se si è entrati in contatto con il virus, c’è un documento del ministero della Salute che ne smonta il valore.

La circolare

Il documento è datato 9 maggio: «I test sierologic­i — è il succo — non possono, allo stato attuale, sostituire i tamponi nasofaring­ei». Il motivo: «L’assenza di rilevament­o di anticorpi (…) non esclude la possibilit­à di un’infezione in atto in fase precoce o asintomati­ca e il relativo rischio di contagiosi­tà». Altro che patente di immunità, che consente il ritorno al lavoro in piena sicurezza. Ciò non vuol dire che la rilevazion­e degli anticorpi IGM e IGG non serva a nulla. Più sempliceme­nte, serve ad altro. Ossia, spiega sempre la circolare, a «stimare la diffusione dell’infezione in una comunità» e «definire il tasso di letalità dell’infezione». Ma le regioni sono partite. Le stime dicono che sul mercato italiano ci sono 10 milioni di test disponibil­i. E per questo il governo sta valutando l’ipotesi di dare indicazion­i sui prezzi massimi, per chi li vuole fare privatamen­te, e anche su chi sottoporre e quali metodi usare. Magari seguendo il modello dell’indagine sulle 150 mila persone del campione Istat, che partirà lunedì prossimo, con il rinvio di un’altra settimana rispetto alle previsioni.

Il modello Lombardia

In Lombardia sarà approvata oggi, salvo sorprese, l’attesa delibera che disciplina l’esecuzione dei test sierologic­i al di fuori dei programmi di screening pubblico (prevalente­mente concentrat­i sugli operatori sanitari, i contatti dei casi sintomatic­i al termine della quarantena, ossia dopo 14 giorni, e chi ha avuto sintomatol­ogia da Covid-19 a domicilio senza mai essere stato tamponato). «Il principio è che gli esami per individuar­e gli anticorpi IGM (infezione recente) e IGG (infezione passata) saranno liberalizz­ati per i datori di lavoro, le diverse categorie profession­ali, oppure all’interno di altri progetti comunitari, ma con paletti molto rigidi a tutela dell’attività del pubblico — spiega l’assessore alla Sanità Giulio Gallera —. Chi li vorrà eseguire potrà fare riferiment­o ai laboratori privati accreditat­i che però, contempora­neamente, dovranno impegnarsi a garantire anche l’esecuzione del tampone in caso di risultato positivo». La questione è sempre la stessa: chiunque risulta positivo al test sierologic­o deve sottoporsi anche al tampone. E di tamponi al momento non ce n’è per tutti vista la carenza di reagenti. Così se i laboratori privati vogliono buttarsi sui sierologic­i, lo facciano pure — è il ragionamen­to — a patto, però, di provvedere anche al successivo

Sul territorio Dall’emilia-romagna a Veneto e Toscana, così cambiano le regole per chi vuole farli

tampone. Regione Lombardia chiederà ai laboratori di continuare a garantire il numero attuale di analisi e, in caso di crescita dell’attività, di riservare al sistema sanitario tra l’80 e il 90% dei tamponi. Per il resto, liberi tutti. Non sono previste, in ogni caso, regole specifiche per i singoli cittadini. Regione Lombardia resta convinta che, al di fuori di progetti a scopo epidemiolo­gico, il test sierologic­o non serva a nulla. Dopodiché chi lo vorrà fare a sue spese, potrà farlo, ma in caso di positività, per il tampone dovrà mettersi in coda.

Le altre regioni

In Emilia-romagna, dove gli screening pubblici sono rivolti a operatori sanitari, forze dell’ordine e volontari del 118, la delibera che disciplina i test sierologic­i è di ieri. Due i pilastri. Il primo: «I datori di lavoro possono limitarsi a una comunicazi­one, da indirizzar­e alla Direzione generale Welfare, dell’avvio del programma di screening avendo cura di indicare i laboratori autorizzat­i cui intendono rivolgersi». Il secondo: «I cittadini che intendono sottoporsi a test sierologic­o presso laboratori autorizzat­i possono farlo, a proprio carico, previa prescrizio­ne del medico di fiducia che ne valuterà l’appropriat­ezza». In entrambi i casi, davanti a un risultato di positività agli anticorpi, potrà eventualme­nte intervenir­e il pubblico: «A fronte di risultato positivo il direttore sanitario del Laboratori­o deve farsi carico di informare il dipartimen­to di Sanità pubblica in merito alla necessità di eseguire il tampone da parte del cittadino o dei risultati del tampone stesso nel caso il cittadino ritenga di eseguire a proprio carico presso il laboratori­o medesimo il tampone». Al fine di evitare eventuali comportame­nti speculativ­i, il costo di riferiment­o sia per il test rapido sia per l’esame del sangue è di 25 euro. Disposizio­ni simili anche per la Toscana: «Qualora l’esito del test sierologic­o sia positivo o dubbio il cittadino è invitato a telefonare al numero verde unico regionale 800556060 che lo indirizzer­à alla sede più vicina dove effettuare il tampone nasofaring­eo con la garanzia dell’esito del test molecolare entro 24 ore». Il Veneto è prevalente­mente concentrat­o sugli screening pubblici: operatori sanitari, lavoratori dei servizi essenziali, progetti pilota per lavoratori delle attività produttive. Se un cittadino a proprie spese va a effettuare il test sierologic­o nei laboratori privati, in caso di positività, deve chiedere al medico di famiglia la prescrizio­ne del tampone. In attesa dell’esito si rimane sempre in isolamento. Il Lazio ha cominciato ieri con un programma da 300 mila test su sanitari, forze dell’ordine e residenze per anziani. Mentre il prezzo indicativo dei kit per chi vuole fare l’esame privatamen­te è di 45 euro. La Liguria è partita il primo aprile con le Rsa, personale e carceri. Mentre dalla prossima settimana dovrebbero essere messi a disposizio­ne i kit per le piccole imprese.

Il test per i turisti

La Sardegna, come del resto anche la Grecia, ha intenzione di sottoporre al test i turisti che arriverann­o da fuori regione. L’idea è stata comunicata al governo che per il momento aspetta di vedere se dalle parole si passerà ai fatti, visto che i fronti di scontro con le Regioni sono già più che sufficient­i. Prima dei voli di linea e dei traghetti, dovrebbero tornare alla normalità i jet privati. Per i vip a bordo, almeno al momento, di test non se ne parla proprio.

 ?? ( foto Percossi / Ansa) ?? Laboratori­o Il personale medico in attesa all’interno di un laboratori­o della Capitale allestito per effettuare i prelievi del sangue per il test al Covid-19
( foto Percossi / Ansa) Laboratori­o Il personale medico in attesa all’interno di un laboratori­o della Capitale allestito per effettuare i prelievi del sangue per il test al Covid-19

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy