Corriere della Sera

«Troppa distanza Ora azzerare i costi per i dehors»

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«Andiamo verso l’estate, le porte saranno aperte, all’interno ci sarà un buon circolo dell’aria, un metro e mezzo tra un tavolo e l’altro poteva bastare. Perché due?», dice Simona Filosini, da 20 anni a Roma in via Fabio Massimo (Prati) col suo «Da Gianni e Simona». E ancora: «Ma è vero che i parenti porteranno l’autocertif­icazione per stare a tavola un po’ più stretti tra loro? E le coppiette, gli amici, le comitive? Ci vorrà l’interpreta­zione del governo come per i congiunti?», si chiede la donna. Tante perplessit­à, sulle linee-guida, in vista del 18 maggio. Per Luigi Crispino, socio di «Upnea», 50 metri dal monastero di Santa Chiara a Napoli, l’unica soluzione sarebbe «azzerare i costi e sbloccare le licenze di suolo pubblico per allestire dei tavoli all’esterno e recuperare così un po’ di posti». La signora Simona, a Roma, ha già chiesto di poter occupare coi tavoli due strisce blu, «ma il Comune ha risposto picche». Valerio Tremiterra, fiero del suo «Otivm» a Milano (piazza Affari), si preoccupa per il distanziam­ento nelle cucine: «Fuochi,

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