Il sindaco: non eseguono tamponi sui positivi
Il sindaco denuncia l’ats perché «non fa i tamponi ai residenti risultati positivi al Covid-19 dai test sierologici». Succede a Cisliano, piccolo centro del Milanese, che dal 14 aprile (come già aveva fatto il Comune di Robbio, primo in Italia) ha avviato in autonomia i test sierologici aperti a residenti e non (ricevendo circa 3 mila prenotazioni). Ieri mattina il primo cittadino Luca Durè (centrodestra) ha presentato un esposto alla Procura di Pavia ipotizzando la violazione del diritto alla salute e perfino l’epidemia colposa. Dopo aver avviato i test, il Comune ha scritto ad Ats, chiedendo i tamponi per i positivi (al momento 45). Ats non gli ha risposto direttamente, ma ha inviato una lettera a tutti i sindaci, dicendo che per i test non validati dalla Regione non è previsto il tampone. «Ats ha finalità di tutela della salute pubblica e questa presa di posizione va in senso opposto: perché ignorare i nostri risultati invece di utilizzarli per contenere il contagio? Altre Ats stanno collaborando con i Comuni che hanno fatto i test», accusa Durè, che spiega di aver consigliato la quarantena ai soggetti positivi «ma non posso impedirgli di muoversi o di andare a lavorare». Il direttore di Ats
Milano, Walter Bergamaschi, replica al sindaco: «È un’iniziativa censurabile. Test del genere, seppure promossi con scopi nobili ma erogati senza alcuna logica di presa in carico in un ambito di sanità pubblica, invece di andare a vantaggio, rischiano di influenzare in maniera negativa le politiche di gestione dell’emergenza». Il direttore richiama poi una circolare diffusa ieri dal ministero della Salute nella quale si spiega che i test sierologici non sono in grado di stabilire se una persona è o meno immune.