Corriere della Sera

Il sindaco: non eseguono tamponi sui positivi

- Giovanna Maria Fagnini

Il sindaco denuncia l’ats perché «non fa i tamponi ai residenti risultati positivi al Covid-19 dai test sierologic­i». Succede a Cisliano, piccolo centro del Milanese, che dal 14 aprile (come già aveva fatto il Comune di Robbio, primo in Italia) ha avviato in autonomia i test sierologic­i aperti a residenti e non (ricevendo circa 3 mila prenotazio­ni). Ieri mattina il primo cittadino Luca Durè (centrodest­ra) ha presentato un esposto alla Procura di Pavia ipotizzand­o la violazione del diritto alla salute e perfino l’epidemia colposa. Dopo aver avviato i test, il Comune ha scritto ad Ats, chiedendo i tamponi per i positivi (al momento 45). Ats non gli ha risposto direttamen­te, ma ha inviato una lettera a tutti i sindaci, dicendo che per i test non validati dalla Regione non è previsto il tampone. «Ats ha finalità di tutela della salute pubblica e questa presa di posizione va in senso opposto: perché ignorare i nostri risultati invece di utilizzarl­i per contenere il contagio? Altre Ats stanno collaboran­do con i Comuni che hanno fatto i test», accusa Durè, che spiega di aver consigliat­o la quarantena ai soggetti positivi «ma non posso impedirgli di muoversi o di andare a lavorare». Il direttore di Ats

Milano, Walter Bergamasch­i, replica al sindaco: «È un’iniziativa censurabil­e. Test del genere, seppure promossi con scopi nobili ma erogati senza alcuna logica di presa in carico in un ambito di sanità pubblica, invece di andare a vantaggio, rischiano di influenzar­e in maniera negativa le politiche di gestione dell’emergenza». Il direttore richiama poi una circolare diffusa ieri dal ministero della Salute nella quale si spiega che i test sierologic­i non sono in grado di stabilire se una persona è o meno immune.

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