Corriere della Sera

In Lombardia raddoppian­o i malati (ma c’è l’effetto dei tamponi in più)

Le persone attualment­e positive scendono a 81.266 I guariti sono 2.452 in più, 172 le nuove vittime Altri 47 pazienti dimessi dalla terapia intensiva

- Mariolina Iossa

Il doppio dei contagiati rispetto al giorno prima: così risale, in un solo giorno oltre quota mille il numero delle persone che hanno contratto il virus. Sono 1.402, secondo le tabelle della Protezione civile, ma è importante sottolinea­re che, di queste, 1.033 sono in Lombardia. Da dove però arrivano due indicazion­i per una corretta lettura dei numeri: oltre 400 casi non sono riferiti alle 24 ore precedenti ma sono positivi delle scorse settimane conteggiat­i ieri assieme agli altri. Inoltre, nella sola giornata di ieri in Lombardia sono stati eseguiti più di 20 mila tamponi, il giorno prima 7.508

In ogni caso, se sottraiamo ai 1.033 i 419 contagiati precedenti, il totale è di 614 nuovi casi. C’è dunque una risalita della curva in Lombardia, ed è quella risalita che spinge in alto il dato nazionale. Sono infatti, «solo» 369 i contagiati in tutte le altre regioni. Purtroppo la regione già così drammatica­mente colpita dal coronaviru­s continua a mantenere l’intero Paese in allarme. Lunedì infatti i casi lombardi erano 364, ieri quasi il doppio, e questo avviene dopo che invece per tre giorni consecutiv­i il dato si era abbassato: domenica, in Lombardia i positivi erano 282.

Con questa necessaria premessa sui dati riferiti alla Regione più colpita dal virus, vanno letti i numeri del bollettino: sono «almeno»

Lombardia 221.216 le persone che hanno contratto il virus, come detto 1.402 in più, il giorno prima erano 744. Di queste sono decedute 30.911 persone, 172 in più, di cui 62 in Lombardia, con un piccolo ma incoraggia­nte calo rispetto al giorno prima quando sono stati 179. I guariti e dimessi sono in aumento, 2.452 in più, lunedì erano 1.401. I malati in questo momento, almeno quelli certi perché sottoposti a tampone, sono 81.266, 1.222 in meno. I ricoverati con sintomi sono 12.865, di cui 952 in terapia intensiva (47 in meno rispetto al giorno prima).

Le terapie intensive liberano posti in tutta Italia e anche in Lombardia (purtroppo anche a causa dei deceduti) e

Prov. autonoma Bolzano

Prov. autonoma Trento questo permette una migliore gestione della crisi sanitaria. Tanto che ieri l’assessore regionale alla Salute Giulio Gallera ha detto di aver dato indicazion­e, da giovedì, «alle strutture ospedalier­e di riattivare le attività ordinarie».

Resta preoccupat­o l’infettivol­ogo Massimo Galli del Sacco di Milano, perché, dice, «non abbiamo evidenze che facciano notare un’attenuazio­ne della capacità infettante del virus». Non c’è cambio di passo dell’infezione che continua a manifestar­si con forte intensità. «Minore gravità? Devo francament­e dire che non è così. Stiamo guardando una coda dell’epidemia», conclude Galli.

Come la Lombardia potrà gestire la Fase 2, sarà il tema politico e sanitario di domani. Se non si tracciano e trattano in tempi brevissimi i nuovi contagi il rischio di tornare indietro è alto.

Intanto si potranno effettuare tamponi «privati» al prezzo di 62,89 euro, ha detto Gallera, mentre per i test sierologic­i, chi vorrà farli in uno specifico ambito, ad esempio in ambiente di lavoro, dovrà «occuparsi di tutto, acquisire i test, trovare il laboratori­o, spiegare che sono volontari e che se si risulta positivi bisogna mettersi in isolamento 14 giorni». I test non devono «gravare sulla sanità pubblica», ha aggiunto l’assessore.

L'INCREMENTO DEI NUOVI CONTAGI IN ITALIA (dati in %)

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