«Sono casi dei giorni scorsi E stiamo facendo le analisi agli anziani ospiti delle Rsa»
L’infettivologo Cereda: la situazione si è assestata
MILANO È stato così nei periodi più neri dell’epidemia. Lo è anche oggi che si vede tanta luce in ogni indicatore. I dati della Lombardia influenzano quelli nazionali. Oggi ad esempio nella casella dei nuovi contagi qualcuno ha sbarrato gli occhi (ri)vedendo un +1.033 dopo diversi giorni sotto quota 500.
«Nessun allarme, perché su quel dato ci sono almeno due questioni che influiscono», spiega però il dottor Danilo Cereda, responsabile delle Malattie infettive dell’unità di crisi di Regione Lombardia.
Da cosa dipende quel numero?
«Dal fatto che, per un ritardo di flusso di comunicazione di dati dell’ats di Bergamo e qualcosa anche da Varese, 419 casi risalgono a prima del 5 maggio».
Restano 614 nuovi positivi di giornata?
«Che però vanno misurati con l’altissimo numero di tamponi. Dei 20.602 contabilizzati ieri, circa 4 mila erano precedenti. Ma ne restano quasi 15 mila. Per cui la percentuale di tamponi positivi è del 4 per cento. Che significa uno su 25 eseguiti. Che corrisponde al dato delle ultime settimane».
Uscendo per un attimo da numeri e decimali che idea vi siete fatti del trend?
«I numeri vanno sempre considerati nel loro insieme e quelli delle ultime quattro settimane ci raccontano un quadro in costante calo. L’ultimo R0 è intorno allo 0,5».
Fino a qualche giorno fa preoccupavano i numeri altalenanti di Milano e della provincia.
«Anche da questo punto di vista la situazione sembra essersi assestata. I numeri erano alti anche in considerazione del numero di abitanti: oltre 3 milioni nella provincia».
Che impatto ha avuto la Fase 2?
«Le previsioni dipendono dai comportamenti della gente: dall’indossare mascherine e mantenere il distanziamento. Cosa che sta avvenendo. È grazie a queste attenzioni che siamo riusciti a ribaltare i numeri di qualche settimana fa. Il 3 aprile c’erano 1.381 pazienti ricoverati in terapia intensiva. Oggi sono 322: si sono abbassati velocemente in pochi
● Danilo Cereda è responsabile delle Malattie infettive dell’unità di crisi di Regione Lombardia giorni. Anche l’attività dei pronto soccorso è tornata a numeri pre-covid».
E i nuovi contagi?
«Nella fase critica aumentavano anche di 3 mila al giorno. Ora 10 volte meno. E poi c’è da considerare che per certi versi sono positività che stiamo andando a cercare».
In che senso?
«Stiamo processando molti più tamponi e lo facciamo seguendo un percorso di screening mirato a certe categorie. Il personale sanitario ad esempio. E poi gli anziani nelle Rsa. Siamo quasi al 90 per cento di questa azione di tamponi sistematici».
Si può prevedere che finita questa fase i numeri saranno più bassi?
«Studiamo i numeri e non facciamo previsioni: il consolidarsi dei dati giorno dopo giorno però ci dà conforto».
Il tasso di tamponi positivi è del 4%. Significa uno su 25 eseguiti, come nelle ultime settimane