Il Covid-19 penalizza il lavoro femminile
Se il coronavirus sembra più letale per gli uomini, le conseguenze economiche e occupazionali della pandemia penalizzeranno soprattutto le donne, perché sono più presenti nei settori a maggiori rischio Covid. L’allarme arriva dal neonato Osservatorio delle mamme che lavorano, che nasce all’interno di Progetto Donne e Futuro, l’iniziativa lanciata qualche anno fa dall’avvocata Cristina Rossello, per porre al centro della riflessione il contributo femminile all’economia. L’obiettivo: produrre «una newsletter che offra dati e analisi, per quanto possibile originali, su tutto cio che ostacola o possa favorire una sempre maggiore partecipazione delle donne, a parità di condizioni, nel mercato del lavoro», spiega Rossello. Ieri il debutto con la prima newsletter in cui si affronta l’impatto del Covid sulle donne che lavorano partendo da uno studio dell’ocse. Prendiamo ad esempio, due tra i settori più colpiti dalla crisi: commercio e turismo occupano l’84,7% delle donne più giovani e l’83,4% di quelle con dai 35 anni in su. Tra gli uomini a percentuale scende rispettivamente al 60% e al 59,3 per cento. Le donne inoltre costituiscono circa i tre quarti degli occupati dell’industria dell’abbigliamento in tutto il mondo, in difficoltà sia dal lato dell’offerta (per lo stop alle fabbriche) che della domanda (per i negozi chiusi). Le donne migranti rappresentano poi un gruppo particolarmente vulnerabile. Senza dimenticare la penalizzazione economica del part time, molto diversa tra Nord e Sud, oltre alla difficoltà di potere usufruire di questo tipo di contratti.