Corriere della Sera

Il sogno cinese: Everestlan­d, telefono, casa...

- di Massimo Sideri

Everest, telefono, casa. Nel 1953 la notizia della conquista dell’everest impiegò ben quattro giorni ad arrivare sulla stampa inglese. Certo, non fu del tutto un caso: l’ascensione di Edmund Hillary e di Tenzing Norgay venne portata a termine all’alba del 29 maggio, ma c’era una coincidenz­a troppo ghiotta per non sfruttarla come ricorda Mick Conefrey nel libro più bello che sia stato scritto sulla vicenda (Everest 1953, Corbaccio). Il 2 giugno, giorno degli strilli in prima pagina, venne incoronata anche la regina Elisabetta. Dunque il ritardo fu causato in parte dalla tecnologia dell’epoca, in parte da consideraz­ioni politiche. Se vogliamo la situazione oggi si sta ripetendo. Ieri all’alba la squadra cinese sul versante Nord del tetto del mondo — l’unica in circolazio­ne visto che il Nepal ha bloccato tutte le autorizzaz­ioni a salire — avrebbe tentato l’ultimo attacco, quello sopra la zona della morte, dove basta un’ora di ritardo per non tornare più giù. Sembra che il cattivo tempo abbia fermato il tentativo, ma in realtà non si sa nulla: le notizie arrivano come doveva accadere nel 1953, attraverso fonti casuali e ufficiose, gli sherpa che stanno attrezzand­o la salita. L’aspetto curioso della vicenda è che oggi i cinesi hanno qualcosa di più della tecnologia a disposizio­ne della missione del 1953. Sul Monte Everest è stata posizionat­a una centralina 5G e anche delle webcam collegate alla tv cinese. Non solo: secondo l’agenzia cinese Xinhua per «spianare» la via verso la vetta è al lavoro una squadra di «edilizia stradale» («road constructi­on team») che avrebbe provveduto anche a sgombrare il percorso dai passaggi più difficili (sic!). Se ciò che riporta l’agenzia cinese fosse vero e non fosse solo un problema lessicale vorrebbe dire che Pechino starebbe approfitta­ndo del lockdown per costruire una sorta di Everestlan­d. Un percorso facilitato con tanto di stazioni 5G Huawei e China Mobile per potersi fare dei selfie sulla cima del mondo partendo dal Tibet. Everestlan­d, telefono 5G, casa (cinese). Sarebbe un disastro ambientale, ma anche la fine di uno degli ultimi grandi sogni dell’umanità. L’inaccessib­ilità del tetto del mondo è ciò che lo rende speciale. Senza contare che, tecnologia o meno, si dimentiche­rebbe la lezione raccontata da Jon Krakauer nel suo classico: l’aria rimane troppo Sottile per una Everestlan­d.

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