Anticipo del 40% entro 15 giorni per la cassa integrazione
Viene reintrodotto l’esame congiunto azienda-sindacato per l’ammortizzatore Covid. Per accelerare i tempi, richieste presentabili all’inps senza passare dalle Regioni
MILANO Altre nove settimane di cassa integrazione legata all’emergenza Covid per imprese e lavoratori. Questo mette in campo il decreto Rilancio finanziando l’operazione con 15 miliardi. Visto che la cassa Covid è partita dal 17 marzo, lo strumento sarà utilizzabile fino a metà agosto.
L’ammortizzatore riguarda ovviamente chi la cassa integrazione ce l’aveva già (ordinaria o straordinaria) perché aziende e lavoratori versavano per finanziarla una quota del monte salari (0,6% le aziende e 0,3% il lavoratore). Ma anche i settori che sulla cassa integrazione non potevano contare (in particolare le aziende sotto i 5 dipendenti). Per loro infatti è stata ripristinata la cosiddetta «cassa in deroga».
Le nove settimane di cassa Covid fino a ieri non avevano bisogno dell’esame congiunto azienda-sindacato, necessario sempre per gli altri amparte mortizzatori. Ora questo passaggio dovrebbe essere reintrodotto dal decreto Rilancio su richiesta del sindacato.
Il provvedimento, poi, spezza le 9 settimane aggiuntive in due blocchi: cinque più quattro. Si potrà quindi fare richiesta per le prime cinque settimane. Successivamente, le aziende che riterranno di avere ancora bisogno di questo strumento dovranno fare una nuova domanda. A spiegare il perché di questo doppio passaggio è
Marco Leonardi, consigliere economico del ministro dell’economia Roberto Gualtieri. «Le aziende tendono a chiedere l’ammortizzatore per tutta la durata disponibile salvo poi rinunciare a una
Confartigianato Bene la proroga degli ammortizzatori lunga quanto il blocco dei licenziamenti
di esso quando l’attività riparte. In questo modo, però, ci sono fondi impegnati che non saranno utilizzati. Con la nuova procedura, invece, farà richiesta per la seconda tranche di quattro settimane soltanto chi ne ha realmente bisogno».
L’emergenza Covid ha evidenziato come la mobilitazione di risorse per la cassa sia una condizione necessaria ma non sufficiente: i fondi devono arrivare in tempi brevi. A oggi, in particolare per la cassa in deroga, i tempi d’attesa possono essere anche di quattro mesi. È su questo punto che il decreto porta la novità più rilevante. L’ultima bozza, all’articolo 73, permette la richiesta della cassa in deroga direttamente all’inps senza passare dalle Regioni Inoltre l’inps anticiperà il 40% dell’ammontare richiesto prima che l’iter burocratico sia completato. Le imprese che non anticipano la cassa avranno tempi contingentati per fare domanda, e lo stesso varrà per l’inps stessa. «L’accelerazione del processo è evidente ma in questo modo si creeranno due procedure di richiesta diverse: una per le prime 9 settimane e uno per le seconde 9. Per questo chiediamo che si trovi il modo di sbloccare le domande della prima tranche di cassa in deroga», osserva Tania Scacchetti della segreteria Cgil.
Le 18 settimane degli ammortizzatori non coprono del tutto i 5 mesi di blocco dei licenziamenti. La cosa non piace a Confindustria e lascia dubbiosi i piccoli come Confartigianato. Dice il segretario generale, Cesare Fumagalli: «Diciamo che il sistema può funzionare: ma deve esistere una corrispondenza tra i due provvedimenti».