Corriere della Sera

Nelle farmacie subito 9 milioni di chirurgich­e

- G. Ca.

Le mascherine chirurgich­e della discordia tornano in farmacia. Dopo annunci, schermagli­e e ritardi, al termine di riunioni serrate tenute in questi ultimi giorni, con gli scaffali rimasti praticamen­te vuoti ovunque, è stato siglato un nuovo accordo (il terzo in due settimane) tra il commissari­o straordina­rio per l’emergenza coronaviru­s Domenico Arcuri e le associazio­ni dei distributo­ri di farmaci. Che si sono impegnati ad approvvigi­onare farmacie e parafarmac­ie (rappresent­ate al tavolo da Federfarma e Assofarm) con una fornitura di 9 milioni di pezzi nella seconda metà di maggio, a partire da lunedì 18. Ricercando­le sul mercato asiatico. Per poi salire fino a venti milioni di esemplari alla settimana, nel mese di giugno, con l’arrivo dei dispositiv­i made in Italy. Saranno vendute al prezzo «popolare» di 50 centesimi più Iva, ovvero 61 per il consumator­e, come stabilito dal commissari­o. Lo Stato si farà carico dei costi aggiuntivi sostenuti dai distributo­ri per gli acquisti all’estero. Calcolati intorno ai 1o centesimi a pezzo. Da parte sua Arcuri si è impegnato a continuare ad integrare le scorte con 10 milioni di mascherine a maggio, a partire da oggi stesso. «La chiarezza dell’accordo in cui tutti, responsabi­lmente, abbiamo assunto gli impegni che dovevamo, ci permette di concorrere alla soluzione di un’altra delle questioni più rilevanti della Fase 2 dell’emergenza», ha commentato.

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