Lombardia, partono i test privati Sala accusa la Regione per i ritardi
Gli altri In altre Regioni, a partire da Veneto ed Emilia-romagna, la procedura è gratuita
La precedenza L’amministrazione finora aveva dato precedenza al personale sanitario
Da oggi possibili nella Regione gli esami a pagamento Sala evoca Gallera: li riteneva inutili, ora no? La replica: non sono strumenti a fini diagnostici Nei centri medici esito immediato per il «pungi-dito», 24-48 ore per il prelievo: il costo può arrivare a 50 euro Per chi ha gli anticorpi servirà il tampone (a 62 euro)
MILANO A giudicare dal valzer politico intorno ai test sierologici in Lombardia, forse non sarebbe bastata una telefonata per chiarirsi. «La prossima volta, Beppe, potevi chiamarmi e ti avrei spiegato che continuiamo a considerare l’esame anticorpale utile a fini epidemiologici, ma non a livello diagnostico. Spiace che una persona in prima linea non approfondisca gli atti fondamentali emanati dal ministero della Salute», dice l’assessore al Welfare della Regione, replicando a mezzo social alla polemica alzata dal sindaco di Milano Beppe Sala ieri mattina: «La Regione ci aveva invitato a non farli perché li riteneva inutili, però se li fanno i privati possono essere utili, chissà...». Da questa mattina, con un certo ritardo su altre Regioni, anche in Lombardia privati e aziende possono svegliarsi e offrire il braccio per il test sierologico che misura gli anticorpi al Covid.
È servita la delibera regionale di martedì per liberalizzare il servizio, dato che la Regione aveva messo in precedenza il personale sanitario e le persone in quarantena fiduciaria. Così la Lombardia era diventata l’unica Regione a entrare in Fase 2 senza aver aperto ai privati e in particolare alle tante aziende che volevano mappare gli anticorpi dei propri dipendenti. Da stamattina è partito il «mercato dei test»: quello in cui ogni laboratorio privato, accreditato o semplicemente autorizzato, offre gli esami. Che saranno, come specificato dalla Regione, a spese del privato o dell’azienda che vorrà offrire il servizio ai propri dipendenti. In molti partono da prezzi calmierati, anche per vincere la gara sul mercato: si va dai 35 euro ai 50 euro per l’esame sierologico quantitativo, quello eseguito sul prelievo di sangue che «spiega» anche il volume di anticorpi di chi si sottopone al test. Qualcosa meno per l’esame qualitativo, il cosiddetto «pungi-dito».
In ogni caso chi risulta positivo dovrà sottoporsi al tampone per capire se il contagio è ancora in circolo o avvenuto in passato. E qui la Lombardia, a differenza delle Regioni modello in tema di diagnosi Emilia-romagna, Toscana e Veneto, ha specificato che il privato cittadino o l’azienda dovrà sostenere anche questa spesa, intorno ai 62 euro. Centri medici privati come Santagostino e Multimedica da oggi saranno operativi. E si ritrovano già la casella delle mail piena di richieste di aziende che vogliono offrire l’esame (sempre su base volontaria) ai lavoratori rientrati in servizio dopo il lockdown. C’è stata una fase in cui in tanti, soprattutto tra i privati, volevano mettersi in coda per l’esame. Tifando magari per un esito positivo, sperando di scoprire di aver superato il Covid senza nemmeno rendersi conto. Una tendenza passata di moda, dato che mancano certezze sull’effettiva patente immunitaria. Ed è subentrata quella di chi teme, nel caso di positività al test, di rimanere nel limbo in attesa di un tampone che possa certificare l’avvenuta guarigione. Perché per il test qualitativo bastano una decina di minuti ad avere il risultato. Ventiquattro ore, al massimo 48, per quello con prelievo. La vera gara del settore privato sta ora nel riuscire a garantire in tempi brevissimi l’eventuale tampone a chi risulta positivo e verrà comunicato in tempo reale all’ats. Un passaggio necessario soprattutto per le aziende, che non possono permettersi che in quel limbo di quarantena finiscano anche tutti i colleghi compagni di banco.