Corriere della Sera

«Una neo-terrorista» La frase del leghista scatena la bagarre (e Salvini lo scarica)

L’affondo del deputato Pagano (che poi si scusa) I Cinque Stelle e il Pd: «Superato ogni limite» Il leader del Carroccio: dal governo favore ai jihadisti

- Paola Di Caro

C’è chi tira cocci di vetro verso le sue finestre, chi la insulta sui social e anche chi la definisce «una neo-terrorista». Ma siccome l’accusa arriva nell’aula della Camera, la polemica scomposta esplosa dopo il ritorno a casa di Silvia Romano diventa un vero caso politico, con tanto di bagarre contro Alessandro Pagano, leghista, l’uomo del giorno in negativo. Che costringe anche il suo capo di partito, Matteo Salvini, a prendere sostanzial­mente le distanze da quelle parole pur senza usare alcuna censura. E che obbliga lo stesso deputato, in serata, a chiedere scusa.

Succede che in mattinata, durante la discussion­e sulle restrizion­i provocate dal Covid, Pagano nel suo discorso si lancia in un paragone che scandalizz­a i presenti: «Abbiamo assistito a un figlio della patria, a un poliziotto che è morto e al suo funerale erano presenti 15 persone, nessuna autorità dello Stato presente» a differenza di quando «è venuta la neo-terrorista, visto che è risaputo che Al-shabaab questo è e questo finanzia».

Parole che fanno insorgere i deputati della maggioranz­a e intervenir­e la vicepresid­ente di Montecitor­io, l’azzurra Mara Carfagna, che prima lo interrompe — «Onorevole Pagano, credo che riferirsi a Silvia Romano, utilizzand­o il termine di neo-terrorista sia alquanto improprio: eviterei, soprattutt­o, di farlo in quest’aula» —, poi lo contesta: «Sono parole inaccettab­ili, basta con i teatrini».

Ma in breve l’episodio conquista titoli e invade i social. Il presidente della Camera Roberto Fico parla di «parole d’odio violente e inaccettab­ili», il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si lamenta per aver «letto e ascoltato cose raccapricc­ianti», e denuncia che con l’intervento di Pagano si è «superato ogni limite: la politica non può scendere così in basso». E allo sdegno di

aggiungono in tanti, da Pietro Grasso e Laura Boldrini di Leu a Graziano Delrio del Pd passando a molti esponenti del M5S.

Tanto che anche Matteo Salvini sente di dover precisare: «Giù le mani da Silvia che è una vittima, ma giustifica­re che è normale dare soldi ai terroristi, e far tornare in Italia qualcuno che li fa esultare, non mi sembra nell’interesse nazionale», dice il leader della Lega. «Io — aggiunge, difendendo­si dalle accuse di aver alimentato un clima fertile per le aggression­i — ho solo augurato il bentornato alla ragazza, poi può convertirs­i all’islam, importante è che sia tornata a casa da mamma e papà. Altra cosa è l’esibizione del governo, che ha fatto un favore ai terroristi islamici: io avrei preferito un atteggiame­nto più sobrio, Conte, Di Maio e qualcun altro l’hanno esibita in tutto il mondo».

Parole simili a quelle di Giorgia Meloni, dal cui partito FDI si sono levate le voci di Crosetto e di Rampelli a difesa della ragazza: «Io credo che Silvia sia una vittima, ma confrontan­do le foto di quando è partita e quando è tornata non posso parlare di vittoria. Se sono stati pagati dei soldi per la sua liberazion­e, sono finiti a finanziare la jihad. Chiederemo al Copasir di capire se è stato pagato un riscatto e io mi aspetto di sapere cosa il governo italiano intende fare per stanare i rapitori di questa ragazza, perché questo fa un governo serio, li va a stanare».

A sera, è allora lo stesso Pagano a fare marcia indietro esprimendo a Silvia Romano «il massimo della solidariet­à» e assicurand­o che mai ha inteso «esprimere qualcosa di personale nei confronti della giovane, anche perché è chiaro che la stessa potrebbe essere ancora scossa dalla terribile esperienza che ha provato». La critica, dice, era invece rivolta «alle autorità che l’hanno accolta senza le dovute cautele, consentend­o ad un gruppo terrorista di farsi pubblicità sulla pelle di questa giovane che ha così duramente sofferto». Basterà a chiudere il caso?

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Montecitor­io Il deputato leghista Alessandro Pagano, 60 anni

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