«Il Terzo settore per il Mezzogiorno»
Una «scelta strategica e lungimirante per il Paese», un «riconoscimento» ai tanti impegnati contro il disagio sociale, in particolare al Sud. Ma soprattutto «una novità assoluta». Sono le parole con cui Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione Con il Sud, accoglie la decisione dei 120 milioni a fondo perduto che il Decreto Rilancio ha stanziato – a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione - in favore del Terzo settore del Sud.
Cioè: novità i soldi al Sud?
«Non al Sud, ma al Terzo settore del Sud. E ripeto: sì, per il Ministero da cui vengono. Che non è quello del Welfare ma per il Sud. Confermo: novità assoluta».
Perché?
«Perché significa, finalmente, considerare il Terzo settore come un protagonista non solo sociale ma economico. Significa che il sostegno non è solo un aiuto a chi fa del bene ma una premessa, vorrei dire la necessaria premessa, per lo sviluppo. Lo avevamo chiesto, siamo soddisfatti».
Solo la vostra rete tiene dentro 60mila associazioni: dove andranno questi soldi?
«È chiaro che le dimensioni del Terzo settore meridionale sono importanti e le risorse non sono ancora adeguate. Ma rappresentano un passo avanti, anche perché la misura
Una novità considerare il Terzo settore un soggetto economico e non solo sociale
è inserita tra le linee guida nazionali per la riprogrammazione dei fondi europei».
La domanda era…
«Lo stavo dicendo: i soldi non andranno a singoli progetti ma agli enti sulla base del loro radicamento sul territorio. Il Sud che aiuta il Sud. E la nostra Fondazione è disponibile a coadiuvare in questa selezione l’agenzia per la coesione territoriale».
Quali saranno le priorità?
«A monte dei progetti è il Terzo settore stesso che deve sopravvivere. Dopodiché le aree più urgenti da sostenere sono i servizi alla persona».