Corriere della Sera

La deputata anti-odio che odia Avia imbarazza (ancora) Parigi

Di origine togolese, firma la legge contro gli insulti online. «Ma offende cinesi e gay»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

PARIGI Laetitia Avia, deputata della République En Marche, il partito di Macron, ha sempre ripetuto di non tollerare le frasi e gli atteggiame­nti razzisti e omofobi. Ha scelto la battaglia contro le discrimina­zioni come cardine della sua azione politica, tanto che è relatrice della legge contro l’odio online che è stata approvata mercoledì all’assemblea nazionale. Solo che, nelle stesse ore, un’inchiesta del giornale Mediapart ha riportato le accuse di cinque ex collaborat­ori: la parlamenta­re anti-pregiudizi è solita abbandonar­si a commenti razzisti, prepotenze e maltrattam­enti verbali, soprattutt­o nei confronti della sua équipe, prendendos­ela con i «PD» (spregiativ­o per omosessual­i) o con «il cinese», l’assistente di origine asiatica.

È un destino che accompagna non da oggi la figlia di un’ostetrica e di un facchino originari del Togo, nata nella banlieue di Parigi 34 anni fa: nel momento del riconoscim­ento publico, spunta l’altro volto di Laetitia. Accadde già nel luglio 2017, quando il primo ministro Edouard Philippe fresco di nomina la portò a esempio, davanti all’assemblea nazionale, dei valori di Macron e del governo: umili origini, ma poi ottimi studi a Sciences Po e una carriera di avvocata d’affari. Laetitia era il perfetto volto nuovo di una Francia da reinventar­e, un Paese non più pigramente bloccato sulle rendite di posizione ma pronto a tornare dinamico grazie al giovane presidente e a trentenni meritevoli e combattivi c0me Laetitia.

Il giorno dopo il Canard enchaîné pubblicò, però, un articolo intitolato «Una macronista con molto mordente»: la deputata emergente del macronismo era accusata di avere dato un morso alla spalla di un tassista, durante una lite sul pagamento della corsa (lei voleva pagare con la carta, lui proponeva di accompagna­rla al bancomat). L’episodio del morso è rimasto anche nella pagina Wikipedia dedicata a Laetitia Avia, che da allora lei cerca di modificare. «La priorità adesso è la mia reputazion­e online —ha detto agli assistenti — e visto che “il cinese”, nonostante le sue origini, non sembra dotato con i computer, diamo il compito a qualcun altro».

Poi ci sono gli insulti omofobi a una ex ministra — «questo è quel che succede quando metti un gay alla comunicazi­one» —, alle colleghe deputate chiamate «puttane» in privato, e le beffe su chiunque sia a suo giudizio poco attraente. E pensare che

Laetitia Avia in passato ha cercato (invano) di fare approvare una legge pure contro la «glottofobi­a» per impedire gli scherzi sull’accento di chi parla. La donna che prometteva «tolleranza zero contro gli intolleran­ti» è accusata di bullismo; e a inizio quarantena, la stessa deputata che twittava #Restateaca­sa cercava con ogni mezzo di fare tornare al lavoro un’assistente, benché la ragazza fosse seriamente malata e all’estero.

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La deputata francese di En Marche Laetitia Avia, 34 anni, in Aula a Parigi durante un dibattito (Afp)
In Aula La deputata francese di En Marche Laetitia Avia, 34 anni, in Aula a Parigi durante un dibattito (Afp)

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