Costanzo: ossessionato dalla televisione, ho 12 schermi su 12 canali
«Che bella televisione si faceva una volta»: la sentenza di Maurizio Costanzo è una lapide su molta della tv di oggi. Cosa è cambiato? «Un tempo c’era l’avanspettacolo, c’era il cabaret: erano grandi serbatoi di talenti da cui attingere. E poi c’è un problema di costi: quando Falqui faceva Studio Uno impiegava un intero pomeriggio per registrare tre minuti di balletto. Per 55 minuti di trasmissione si lavorava più di una settimana». Ora i tempi sono dilatati, si sfiorano le quattro ore, difficile tenere alta la qualità. Bella la tv di un tempo, ma Maurizio Costanzo è un onnivoro consumatore anche della tv di adesso: «Guardo sempre tutti i talk politici... nel mio studio ci sono 12 schermi sintonizzati su 12 canali, riconosco che è una forma di malattia mentale». Fa quasi mea culpa: «Le prime risse sono arrivate al Costanzo Show, ma oggi mi annoio quando vedo le risse costruite». Si diverte ancora invece a fare tv: «Ho dato retta al consiglio che mi diede Piero Angela: pensa sempre a progetti nuovi, così l’alzheimer scappa». Così ecco Rai, storie di un’italiana: da domani su Rai2 alle 14 Maurizio Costanzo (con Umberto Broccoli) rivisita la storia del nostro Paese attraverso il materiale d’archivio delle Teche. Il giornalista e il saggista ripropongono uno spaccato culturale dell’italia: attraverso ricordi, aneddoti e filmati d’archivio raccontano i grandi protagonisti del nostro Paese dagli anni Cinquanta ad oggi. L’italia impazzita per Lascia o raddoppia; le gemelle Kessler e le inchieste di Furio Colombo sulla guerra in Vietnam; il primo annuncio del 3 gennaio 1954, in realtà un fake ricostruito dieci anni dopo; Pasolini, Montale e Ungaretti; Tognazzi, Vianello e Gassman: «Non ne abbiamo più di gente così... Ho rivalutato anche Mike, un professionista straordinario». Costanzo è onnivoro ma anche ubiquo, tornerà su Rai1 (Il gran varietà), ora va in onda su Rai2, ma a breve sarà di nuovo anche su Canale 5 (L’intervista e il «solito» Costanzo Show): «La Rai è la mamma, Mediaset l’amante».