«Le 30 idee per ripartire»
Il leader della Lega: il premier deve disobbedire a chi comanda in questo Paese, ossia la Cgil Il 2 giugno solo presidi, necessaria la sicurezza sanitaria
I l leader della Lega, Matteo Salvini: «Ecco le proposte a Conte». Centrodestra in piazza? «Meglio rinviare a luglio».
«Conte chiede il contributo dell’opposizione? Il nostro c’è, abbiamo 30 proposte già impacchettate. Il problema è se lui si permetterà di disobbedire a chi comanda in questo governo e in questo Paese, la Cgil». Matteo Salvini non sembra dare grande peso all’appello del premier contenuto in un’intervista al Foglio.
Perché la Cgil?
«I sindacati delle costruzioni hanno appena fatto sapere che se si tocca il codice degli appalti, loro lotteranno con ogni mezzo. E allora, altro che ammodernamento e semplificazione: questa è una scelta di campo. Da una parte burocrazia, centralismo e Cgil. Dall’altra, la libertà d’impresa. Anzi, colgo l’occasione per fare i miei migliori auguri al neo presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Il Paese per ora è ostaggio dei privilegi di qualcuno, vedremo se Conte lo consentirà ancora. Vedremo, comunque: io porterò al premier la flat tax che costa solo 13 miliardi, la pace fiscale ed edilizia, lo stop ad Equitalia...».
E lo stop al codice degli appalti…
«Certo. Guardi la ricostruzione del ponte di Genova. Sarebbe già in piedi se non si fosse derogato al codice per gli appalti? Ma la critica numero 1 al governo l’ha fatta oggi il Sole 24 Ore, spiegando che per essere operativo il dl Rilancio avrà bisogno di 98 decreti. Novantotto. mentre ho appena sentito il presidente dei commercialisti Massimo Miani che mi ha detto che a giugno le tasse si pagano. Per tacere del fatto che per milioni di persone non è ancora arrivata la cassa integrazione di marzo. Ed è una folla lia».
Il Senato ieri ha respinto le mozioni di sfiducia al ministro della Giustizia Bonafede. Se lo aspettava?
«Mi aspettavo esattamente quello che è accaduto. Esattamente. Ora, vedremo anche il modo in cui hanno convinto Renzi a salvare il governo: ci sono nomine da fare, cda da rinnovare, servizi, presidenze di commissione da sostituire... Hai voglia. Del resto, non sono io ad essere un veggente: che la parola di Renzi valga meno che zero, ormai lo sanno tutti».
Ma lei un po’ ci contava?
«Macché... Era per il Paese. Guardi, voglio dirlo chiaramente: io sono certo che Bonafede non è né mafioso né sotto ricatto e non è in malafede, non è al soldo di chissà chi... Bonafede è simpatico e affabile, semplicemente il ministero della Giustizia non è il suo. Sta facendo male il suo lavoro. Di rivolte nelle carceri non si parlava da secoli. E lui come tutta risposta che fa? Permette ai detenuti di usare i telefonini e ne fa uscire 500? Suvvia... Tra l’altro, ho sentito interventi di persone lontanissime da me come Casini o Bonino che dicevano le stesse cose».
Il centrodestra fa sempre un po’ fatica a parlarsi. Ci sono novità per la manifestazione del 2 giugno?
«Nessuna fatica. Sia ieri che oggi ci siamo visti a lungo nel mio ufficio, c’erano Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Antonio Tajani, Licia Ronzulli .... Mi sembra che tutto sia andato bene».
E la manifestazione come si svolgerà?
«In realtà una manifestazione di piazza vera ci sarà solo ai primi di luglio. Il 2 giugno, per essere in piazza in maniera rispettosa e sicura, faremo presidi in ogni capoluogo di Regione con i parlamentari. D’altronde il 2 giugno cade nel periodo controllato, non c’erano dati sanitari sufficienti per decidere e non era il caso di far muovere migliaia di persone».
Salvini, dica la verità. La sospensione del patto di Stabilità e il piano anti Covid da 500 miliardi hanno un po’ tagliato l’erba sotto ai piedi dei più critici contro l’unione.
«A parole. Questo famoso Recovery fund, se va tutto bene, arriverà l’anno prossimo. Ed è pur sempre un prestito. Ma il problema non è l’anno prossimo, è il mese prossimo. Noi non abbiamo pregiudizi, se arrivassero segnali concreti dalla Ue sarebbero da cogliere al volo. Non è che se in mezzo c’è l’aggettivo “europeo” a noi non piace. Prenda la Bce: io resto convinto che il suo mestiere sia anche quello di sostenere i Paesi e comprarne i titoli di Stato. Non per nulla i tedeschi si arrabbiano su quello e non per il Recovery fund».
Lei ieri è tornato al vecchio mestiere di giornalista e ha intervistato il dottor De Donno, noto per le ricerche sul plasma e che ha fatto un’appassionata difesa della Lombardia in reazione al virus. Lei non rimprovera nulla alla Regione?
«Lei stesso ha sentito il dottor De Donno, che peraltro ha detto di non aver votato per Fontana. Il fatto è che l’epidemia in Lombardia è stata un bomba. Quando in un Pronto soccorso in una stessa sera si presentano 110 persone che non respirano, è dura».