Corriere della Sera

3 SE SONO POSITIVO AL TEST, A CHI DEVO RIVOLGERMI?

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L’esito positivo delle analisi indica che il paziente ha sviluppato anticorpi perché in precedenza ha «incontrato» il virus. Se la positività emerge da un test rapido (eseguito solo su poche gocce di sangue) è necessaria una controprov­a con un test con metodica Clia o Elisa, su prelievo ematico. Non è detto che il paziente positivo al sierologic­o sia ancora contagioso e quindi pericoloso per chi gli sta vicino. Questo tipo di esame infatti è utile «nella ricerca e nella valutazion­e epidemiolo­gica della circolazio­ne virale — spiega il sito della Regione —, mentre non è indicato nella diagnosi dell’infezione, in quanto i risultati ottenuti non sono sufficient­emente attendibil­i». La diagnosi si fa attraverso il tampone, una sorta di «cotton fioc» che rintraccia il virus nelle cavità nasali e orale. In attesa di conoscere l’esito del tampone, il cittadino è tenuto a rimanere in isolamento precauzion­ale.

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