Corriere della Sera

Renzi carica l’attesa e toglie la mascherina per baciare le signore Ma tutto si spegne quando parla in Aula

Prima annuncia un «intervento tra i più difficili» della sua vita poi il discorso che fa capire a tutti che il voto è una formalità E la grillina Taverna alla fine sospira: «Annamosene a casa»

- di Fabrizio Roncone

L’incarico: venire a Palazzo Madama e capire se, almeno stavolta, Matteo Renzi fa sul serio.

Il suo mantra, da una settimana, è: voto una delle due mozioni di sfiducia al ministro Alfonso Bonafede e faccio cadere il governo, giuro che lo faccio.

Titoli sui giornali. Retroscena. Qualcuno ha insinuato: aria fritta, sta solo chiedendo a Conte qualche poltrona in più. Corridoio dei Busti. Arriva un portaborse zelante. «Ragazzi, avete letto il post di Matteo su Facebook?». Con i cellulari, è un attimo. In effetti, il capo di Italia viva scrive: «L’intervento di oggi in Senato è uno degli interventi più difficili della mia esperienza politica». Allora non scherza. Per qualche minuto, l’atmosfera si fa frizzante. Vanno in diretta tivù: forse qui viene davvero giù tutto.

Ma poi Renzi compare alla buvette (abbronzato, mani in tasca, la cravatta rossa, un pantalone corto sulla caviglia, lieve pinguedine). E niente: mai visto così allegro. Tira un po’ di pugnetti sulle spalle di Casini, «Ma quanto ti amo, Pier?» (Casini si ingobbisce e si allontana). Passa una vestita di giallo: «Lo sai che sei bellissima?». Renzi le bacia tutte — commessi assistono tra stupore e imbarazzo — s’abbassa la mascherina e le bacia sulle guance. Due si scansano. Ma — «smack!» — prende di sorpresa Gloria Scargetta, stretta collaborat­rice del viceminist­ro della Salute, Pierpaolo Sileri.

Lo sprezzo per il coronaviru­s non spiega abbastanza. Cos’altro c’è dietro tanta euforia?

Nel salone Garibaldi — mentre in Aula Bonafede ha iniziato a difendersi: «Non sono più disposto a tollerare alcuna ridicola illazione…» — gira questa voce: Renzi ha ottenuto qualcosa dal premier, i suoi 17 senatori voteranno contro le mozioni di sfiducia. Una fonte: «Matteo era partito con grandi richieste. Tipo la delega ai servizi segreti per Ettore Rosato. Ma gli hanno ricordato che il suo partitino è inchiodato al 3%. Così si sarebbe accontenta­to della presidenza di una commission­e della Camera, forse la Bilancio per Marattin, e di una mezza promessa, in caso di rimpastino, d’un ministero per la Boschi».

Si volta il senatore Paolo Romani, ex capogruppo di FI,

tra i massimi esperti in trattative parlamenta­ri (quelle vere, perché il Cavaliere ne faceva solo di vere).

«C’è così poco nella carriola di Renzi?» (finge di non sapere).

Sembra di sì.

«Beh, ma allora è una carriolina… Ah ah ah! Che poi, guardi: secondo me, quella di Renzi non è nemmeno sete di potere».

E allora cos’é?

«Mi dicono che, da quando non è più premier, abbia sviluppato una terribile sindrome: vuole cacciare chiunque sieda sulla poltrona di Palazzo Chigi».

Ma no?

«Mi creda: è convinto che quella poltrona gli spetti di diritto».

Renzi intanto è entrato in Aula, seguito dal suo tesoriere Francesco Bonifazi (ma dopo quella foto in cui era steso mezzo nudo con due barboncini bianchi sul petto, Bonifazi ha perso un po’ del suo appeal politico), e poi ecco Giulia Bongiorno della Lega, con visiera in plexiglass, e Simona Malpezzi del Pd, con scarpe da festa sadomaso.

Banchi del governo: Boccia, Di Maio, Speranza, Franceschi­ni, Bellanova, Fraccaro. All’ex grillino Giarrusso chiudono il microfono perché il suo tempo è scaduto, e subito gli parte un «vaffa». Paragone, più elegante, cita Aristotele. Urso preferisce Ponzio Pilato. Ironica Emma Bonino (presentatr­ice, con Matteo Richetti di Azione, della mozione alternativ­a a quella del centrodest­ra): «Ministro Bonafede, lei disse: se c’è un sospetto, anche chi è pulito deve dimettersi. Non ricorda? Peccato».

Poi tocca a Matteo Renzi. Va su in cima.

E viene giù con un carpiato dei suoi.

«Riconosco che ci sono stati segnali importanti… Non ci interessa avere un sottosegre­tario, ma sbloccare i cantieri…».

Va bene, capito. Le due votazioni sono una formalità. A Bonafede scappa un mezzo sorriso. Giorgia Meloni, su Facebook (in tempo reale): «Renzi, se continui così, tra un po’ avrai più poltrone che voti».

A questo punto, di solito, tutti andavano alla buvette per un aperitivo e per mangiare — gratis — quantità industrial­i di noccioline. «Annamosene a casa, va…», sospira la grillina Paola Taverna, alla quale ora bisognereb­be chiedere dei bei tempi rutilanti, quando ci urlava con gli occhi di fuori: «A zozzoni… I vaccini so’ pericolosi!». Ma, come dice papa Francesco, dobbiamo imparare a perdonare.

La sindrome Romani: la sua ormai è una sindrome, vuole cacciare chiunque sia a Palazzo Chigi

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Giulia Bongiorno, 54 anni, ha indossato anche la visiera di plexiglass
Lega Giulia Bongiorno, 54 anni, ha indossato anche la visiera di plexiglass
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Matteo Renzi, 45 anni, arriva al Senato poco prima del dibattito
Italia viva Matteo Renzi, 45 anni, arriva al Senato poco prima del dibattito
 ??  ?? Dem L’arrivo del ministro ai Beni culturali Dario Franceschi­ni, 61 anni
Dem L’arrivo del ministro ai Beni culturali Dario Franceschi­ni, 61 anni
 ??  ?? M5S Luigi Di Maio, 33 anni, ministro degli Esteri, davanti a Palazzo Madama
M5S Luigi Di Maio, 33 anni, ministro degli Esteri, davanti a Palazzo Madama

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