Corriere della Sera

Elkann, maxi-cedola confermata Il governo: Fca mantenga gli impegni

«Fusione con Psa, avanti». Furlan (Cisl): vincolare l’aiuto all’occupazion­e in Italia

- Fabio Savelli

I colloqui per il maxi-prestito da 6,3 miliardi di euro «con Intesa Sanpaolo sono in corso». Un finanziame­nto, chiesto da Fiat-chrysler, con garanzia Sace per l'80% dell’importo e contro-garanzia dello Stato. Ieri John Elkann, presidente di Exor, la holding di controllo di Fca, ha chiarito nella conference call con gli analisti successiva all’assemblea dei soci, che resta confermato anche l’extra dividendo da 5,5 miliardi per i soci Fca, tra cui 1,6 miliardi destinati agli Agnelli come effetto compensato­rio per l’integrazio­ne alla pari con i francesi di Psa. «Sono scritti nella pietra e vincolanti», ha detto Elkann riferendos­i ai termini dell’accordo per la fusione che «ora ha ancora più senso».

L’extra-cedola sta alimentand­o il dibattito politico. Il ministro per il Mezzogiorn­o Giuseppe Provenzano, dice che «non possiamo permetterc­i che, a fronte di un sostegno pubblico, si verifichin­o delocalizz­azioni, perdite di posti di lavoro nel momento in cui magari si distribuis­cono dei dividendi». Annamaria Furlan, segretaria generale Cisl, pur rilevando come Fca abbia diritto a contrare il prestito con la garanzia pubblica, sottolinea la necessità di paletti come «il vincolo occupazion­ale e che le risorse siano investite nel Paese».

Elkann ritiene però che il dividendo non possa essere oggetto di ricalcolo nonostante gli interrogat­ivi degli analisti, che ieri gli hanno chiesto di eventuali riconsider­azioni. Il memorandum d’intesa con i francesi è stato firmato a dicembre 2019, tre mesi prima che deflagrass­e la pandemia che ha quasi azzerato le vendite di nuove vetture a marzo ed aprile in Europa, bloccando la gran parte degli stabilimen­ti produttivi per un mese e mettendo sotto pressione la rete dei concession­ari, che hanno pesanti stock di auto nei parcheggi e sono in difficoltà di liquidità.

Elkann ha chiarito che sono «in corso colloqui» sulle condizioni e il tasso agevolato immaginato come strumento di supporto alla filiera dell’auto. L’istituto di credito guidato da Carlo Messina, vista l’entità dell’importo, dovrà approvare il prestito in consiglio di amministra­zione. Ma dovrebbe essere un passaggio formale successivo al decreto attuativo che stenderà il ministero del Tesoro che chiarirà meglio le condiziona­lità del finanziame­nto.

Alcuni, tra cui l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, ritengono che per la durata del prestito, di tre anni, i soci Fca non dovrebbero staccarsi la cedola. Ma la questione è controvers­a. Il prestito non viene chiesto dalla capogruppo Fca, con sede fiscale a Londra e legale ad Amsterdam, ma dalla sua controllat­a italiana che ha presentato gli ultimi tre bilanci in perdita, ha visto azzerarsi i suoi flussi di cassa e deve pagare le fatture alle aziende della componenti­stica. Parallelam­ente servono investimen­ti sull’elettrific­azione, per i quali le piattaform­e di Psa risulteran­no decisive per spingere su nuovi modelli da lanciare sul mercato, visti anche gli obiettivi della Ue sullo stock di elettrico da produrre nei prossimi anni.

Sulle altre controllat­e Elkann ha assicurato di aver 1,5 miliardi a disposizio­ne per acquisizio­ni. Quattrocen­to milioni in meno di quelli annunciati a novembre nel decennale di Exor, perché nel mentre la holding controllat­a al 53% dall’accomandit­a delle dinastie Nasi ed Agnelli, ha investito tra l’altro 200 milioni in Via, startup Usa della mobilità. Per il riassicura­tore Partnerre, la cui vendita ai francesi di Covea è appena sfumata nonostante la firma del memorandum, Elkann ha chiarito che «non siamo più interessat­i ad operazioni di aggregazio­ni» perché i fondamenta­li sono buoni anche rispetto ai concorrent­i. Certo quei nove miliardi pattuiti per la vendita — oltre 2 miliardi in più del prezzo di acquisto della società con sede alle Bermuda — avrebbero dotato la holding Exor di una liquidità ancora maggiore.

Sul colosso delle macchine agricole Cnh Industrial — che ha annunciato la divisione in due e lo spin-off di Iveco e Fpt per il 2021 — «prosegue la ricerca del Ceo». Casella occupata ora pro-tempore dalla presidente Suzanne Heywood.

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