Impresa e ricerca in tandem Così «L’italia che investe» risponde all’emergenza
Messa (Tecnomed) e Rosa (Diasorin) all’incontro del Corriere
Impresa e ricerca. Negli ultimi mesi i due settori si sono trovati a lavorare a stretto gomito in un intreccio virtuoso. Un intreccio che dovrà essere la linea guida per i mesi se non gli anni a venire, e che è stato il focus della tavola rotonda digitale condotta da Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera «L’italia che investe», con Carlo Rosa, amministratore delegato di Diasorin e Cristina Messa, presidente della Fondazione Tecnomed. Dopo una prima fase di emergenza l’italia è riuscita a organizzarsi e a mettere in campo tutte le sue risorse nella corsa per la ricerca. «Siamo in grado di costruire sperimentazioni in maniera più consapevole, ci siamo attrezzati — conferma Cristina Messa, ex rettrice dell’università Bicocca e membro del tavolo di lavoro europeo che deciderà in che modo investire 7,5 miliardi comunitari per aiutare vaccini e diagnostica —. La ricerca non deve essere vista più, però, solo a livello accademico, ma nel suo complesso: nella totale collaborazione tra università, centri di ricerca e industria. Il lavoro che stiamo facendo a livello europeo è definire i metodi per finanziare vaccini e test diagnostici soprattutto dal punto di vista della produttività industriale, in modo da riuscire a costruire strutture capaci di rispondere ai bisogni della gente in maniera equa».
L’urgenza è quella di non arrivare impreparati all’autunno quando la stagione dell’ influenza rischia di saturare le strutture sanitarie e di creare confusione: «Dovremo avere una capacità decisamente maggiore di fornire tamponi — spiega Rosa— Diasorin sta sviluppando una tecnologia che permette di arrivare a un risposta in maniera semplice. Stiamo lavorando in collaborazione con una società a americana. La scommessa che vogliamo vincere è quella di arrivare sul mercato con questo prodotto già a settembre in modo da esser pronti per ottobre». Sulla scia del modello Usa, Rosa ha deciso per una strategia pragmatica per la sua società di diagnostica: concentrarsi su un solo progetto, dato il criterio di urgenza. Urgenza sentita anche a livello europeo dove però bisogna mettere d’accordo 27 Paesi. «Ma il punto resta quello di finanziare i grossi impianti che facciano scale up per produrre quello di cui abbiamo bisogno», afferma Messa che lancia un monito per il sistema sanitario nazionale: «Serve un maggior impegno per la medicina territoriale. Questo momento è un’occasione per investire su questo settore e sulla ricerca. Il decreto Rilancio ha destinato una quota altissima per l’assunzione di 5 mila giovani ricercatori. È un segnale bellissimo e incoraggiante».