Corriere della Sera

Ginevra Elkann: anche la mia infanzia nel film sulla famiglia

- Stefania Ulivi

Tre fratelli, Alma, Jean e Sebastiano, divisi tra la casa materna a Parigi e un padre italiano (Riccardo Scamarcio), regista, assente e inaffidabi­le capace di trasformar­e le vacanze di Natale sulla neve in fuori programma tra le dune di Sabaudia. Con sceneggiat­rice e fidanzata al seguito (Alba Rohrwacher). Una famiglia, disfunzion­ale, come non ce ne sono tante. Visto che il cuore narrativo di Magari sono i ricordi d’infanzia di Ginevra Elkann (foto), al suo debutto alla regia. Alma, Jean e

Sebastiano non sono Ginevra, John e Lapo, i figli di Margherita Agnelli e John Elkann, nipoti dell’avvocato. Piuttosto un insieme di tante suggestion­i, spiega la regista che lo ha scritto con Chiara Barzini. «È molto intimo, è autobiogra­fico nei sentimenti. I miei fratelli? Credo sia piaciuto, anche a mio padre. Non è il nostro ritratto, è un film al di là di noi». Scamarcio per entrare nella famiglia, racconta, è partito dai suoi ricordi. «Mi sono sentito in empatia con Alma che sogna i suoi genitori di nuovo insieme. Verso i 6 anni i miei erano in odor di separazion­e e io la sera pregavo perché non accadesse». Alba Rohrwacher: «Ginevra ci ha immersi in un mondo in cui era facile muoversi». Magari, prodotto da Wildside e Raicinema, sarebbe dovuto uscire in sala. Bloccato dalla pandemia, inaugura una modalità inedita: in prima visione su Raiplay, da oggi.

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