Molti i problemi Furiosa l’aic: «Giocatori al lavoro senza essere pagati»
C’è il piano A, ma anche i piani B e C. Perché la ripartenza è un po’ meno lontana, ma non è ancora così vicina. E allora la Federcalcio, dopo un turbolento Consiglio federale lungo quasi quattro ore, ha sciolto qualche nodo e innescato molte polemiche. Francesco Ghirelli della Lega Pro e Damiano Tommasi dell’aic sono furiosi e lo strappo potrebbe, in futuro, condizionare gli equilibri del governo Gravina.
Ma il presidente federale va dritto per la sua strada. L’obiettivo primario è sempre quello: «Giocare tutte le partite sul campo» e per questo motivo il Consiglio ha allungato la stagione, prolungando i termini della chiusura dei campionati al 20 agosto. Questo per consentire alla serie B di arrivare in fondo, pur cominciando tra la fine di giugno e l’inizio di luglio e per dare modo alla serie A di non trasformare le ultime 13 giornate (recuperi compresi) in una corsa contro il tempo.
Per adesso la Lega di via Rosellini mantiene la data del 13 giugno come possibile ripartenza, ma una decisione definitiva verrà presa dopo il vertice del 28 maggio con il ministro Spadafora. Bisogna essere prudenti e realisti. Il campionato è ancora nelle mani del virus e l’eventuale ripresa dipenderà dalla curva del contagio. Non è detto che non possa slittare al 17 o al 20 giugno.
Gravina ha definito nei dettagli anche il piano B: playoff e playout (brevi come recita il comunicato) nel caso in cui il corridoio diventasse troppo stretto per infilarci le 124 partite che mancano alla fine. Il piano C è la definizione delle classifiche tenendo conto dei meriti sportivi (restano da individuare