LE FURBIZIE DANNOSE
L’emergenza causata dal coronavirus ha stravolto le nostre vite e continua a condizionarle. Perché il Covid-19 è ancora tra noi, si manifesta in maniera evidente per chi si ammala e in modo subdolo per chi non ha sintomi ma è positivo. Ecco perché è fondamentale tenerlo sotto controllo applicando il decreto del ministro della Salute Roberto Speranza che dispone la «classificazione del livello di rischio in modo da poter valutare la necessità di modulazioni nelle attività di risposta all’epidemia».
Il linguaggio è burocratico ma appare chiaro che il monitoraggio servirà a guidare ogni scelta del governo, prima fra tutte quella sulla riapertura dei confini tra le regioni che dal 3 giugno dovrebbe restituirci la completa libertà di spostamento. Non solo. I due algoritmi che misurano il livello di pericolo servono a indicare le aree di possibili nuovi focolai, dunque a decidere se è necessario creare nuove «zone rosse» in modo da prevenire o comunque arginare la trasmissione del virus. È importante che ogni regione rispetti le regole tenendo aggiornati i numeri dei malati e dei guariti, di chi sta in quarantena per precauzione e di chi invece manifesta sintomi. Ancor più necessario è fornire i dati sulla tenuta degli ospedali con un’attenzione particolare ai posti in terapia intensiva. Ma fondamentale è seguire criteri uguali per tutti rispetto al numero di tamponi e test sierologici effettuati, perché soltanto in questo modo si avrà un quadro attendibile e sarà possibile seguire l’andamento della curva epidemica. Invece in queste prime due settimane di osservazione ci sono stati errori e ritardi. Finora abbiamo assistito a un teatrino poco edificante con i governatori divisi prima tra Nord e Sud, poi uniti nello scontro con il governo e infine di nuovo divisi sulla strategia da adottare. Sarebbe davvero grave se le omissioni e le furbizie di qualcuno rendessero inattendibile il monitoraggio e dunque la lotta al coronavirus. Se ci sarà una nuova emergenza o addirittura un nuovo lockdown sarà l’italia ad aver perso. Perché, è bene ricordarlo, da questa epidemia si esce in una sola maniera: tutti insieme.