Corriere della Sera

Cala il rischio in Lombardia

Indice di contagio basso in tutte le regioni tranne che in Val d’aosta. Giù i positivi

- M.D.B

Il contagio cala in tutta Italia, tranne che in Val d’aosta. Segnali incoraggia­nti dalla Lombardia. Aperta un’indagine sulla mancata zona rossa ad Alzano e Nembro.

Tengono sotto scacco il virus, le Regioni italiane. L’epidemia è sotto controllo in tutto il Paese e i valori leggerment­e più alti non costituisc­ono per il momento motivo di allarme. Una situazione rassicuran­te a 18 giorni dall’avvio delle prime riaperture del 4 maggio. Questo non significa potersi riaccaparr­are tutte le agognate «libertà». Se continuass­e così però potremmo trascorrer­e un’estate senza troppi patemi.

Giovanni Rezza, l’infettivol­ogo da poco nominato direttore generale della prevenzion­e al ministero della Salute, spiega che «anche se la curva epidemica risalisse non dovremmo aspettarci un rialzo improvviso, assisterem­mo a un’ascesa progressiv­a, non esclusa».

Rischio basso

Per bloccare sul nascere ogni riavvio di focolai è stato creato un sistema di sorveglian­za regionale. Il secondo aggiorname­nto mostra un’italia con rischio «basso» di aumento di trasmissio­ne e impatto sui servizi sanitari, pari al livello due.

Anche la Lombardia ha migliorato i risultati, è «in osservazio­ne» perché esce da una fase drammatica. Solo la Valle d’aosta ha un rischio «basso/ moderato», leggerment­e superiore. Può sembrare strano

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Rischio basso

Un primo passo avanti verso la nuova normalità Il livello di rischio passa da moderato a basso

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I numeri

Non sono un tecnico, ma questo meccanismo non funziona, non ha riguardo dei numeri reali

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Le aperture

Il Paese ha retto bene le prime aperture, ma guai a pensare che la partita sia vinta

per un’area dove il coronaviru­s ha colpito meno che altrove. Sono i giochi della statistica. Tanto memo numerosi sono i casi, tanto più è alto il margine di incertezza.

Indice di contagio

La Valle d’aosta ha un indice di Rt, cioè di riproducib­ilità del virus (tecnicamen­te non si parla più di R0) di poco superiore a 1. Altrove si oscilla tra 0,17 (Calabria) e 0,86 (Abruzzo). La Lombardia è a 0,51 (era a 0,62 sette giorni fa), l’emilia Romagna a 0,49 e il Piemonte a 0,39. Non bisogna leggere questi valori separatame­nte dagli altri. L’obiettivo degli algoritmi è valutare la «resilienza», cioè la capacità di risposta dei servizi sanitari. E per ora ci siamo.

Non sono pagelle

«I dati sono incoraggia­nti, ci dicono che il Paese ha retto bene le prime aperture. Ma guai a pensare che la partita sia vinta. Serve massima cautela e basta poco per vanificare i sacrifici fatti finora», si prepara a un week end più sereno il ministro della Salute Roberto Speranza. Silvio Brusaferro, presidente dell’istituto superiore di sanità, chiarisce che i risultati settimanal­i non sono pagelle, né giudizi ma servono «a garantire i gradi di libertà faticosame­nte conquistat­i». Non vanno utilizzati come riferiment­o per organizzar­e la mobilità tra le Regioni: «Non sono un criterio per gli spostament­i. Conta il numero dei casi che devono calare».

I governator­i

«Un primo passo avanti verso la tanto auspicata, nuova normalità e un premio alla volontà dei lombardi cui va il mio ringraziam­ento, che hanno rispettato le regole. Il livello di rischio passa da moderato a basso», è fiducioso il governator­e lombardo Attilio Fontana, che raccomanda di proseguire con «i comportame­nti virtuosi per non vanificare gli sforzi». Polemica Donatella Tesei, governatri­ce dell’umbria: «Non sono un tecnico, ma ho capito che questo meccanismo proprio non funziona, un sistema aberrante perché non ha riguardo dei numeri reali. In questo momento siamo i migliori d’italia e le notizie contrarie danneggian­o una regione già ripartita». La Valle d’aosta precisa: «siamo una realtà dai piccoli nu

Brusaferro

«I risultati settimanal­i non sono un criterio per i viaggi tra regioni, conta il numero di casi»

meri, pochi casi possono produrre un’oscillazio­ne rilevante. Ora per noi l’rt è marcatamen­te sotto l’1».

I dati della giornata

Il numero totale di positivi in Italia, aggiornato a ieri, è di 59.322, con una decrescita di 1.638 assistiti rispetto a giovedì. Tra questi, 595 sono in cura presso le terapie intensive, (-45 pazienti). Sono invece 8.957 le persone ricoverate con sintomi (-312). I morti sono 130 che portano il numero totale delle vittime dall’inizio dell’epidemia a 32.616.

In Lombardia i nuovi positivi sono 293, 57 i decessi. Dall’inizio dell’epidemia 86.384 casi, 15.784 decessi. Cala la percentual­e di persone positive al tampone, 1,5%, rispetto al 2,1% del rapporto precedente.

I farmaci

Il capo dell’agenzia italiana del farmaco (Aifa) Nicola Magrini ha fatto il punto sulle terapie. L’antivirale Remdesivir, già approvato dagli enti americano ed europeo, verrà valutato anche da Aifa. È già utilizzato su tutti i pazienti con Covid-19 e sono state avviati studi clinici che lo abbinano ad altre terapie per trovare la più attiva.

Meno entusiasmo per l’ id rossi cloro china inizialmen­te ritenuta molto utile: «Sull’efficacia sappiamo poco, su possibili danni e assenza di sicurezza in alcuni limitati sottogrupp­i di pazienti sappiamo tutto». Avviato uno studio sul plasma di persone guarite coordinato dall’università di Pisa.

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Governator­e A. Fontana (Lombardia)
I volti Governator­e A. Fontana (Lombardia)
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Governatri­ce Donatella Tesei (Umbria)
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Ministro della Salute Roberto Speranza
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