TO KILL A MOCKINGBIRD
WASHINGTON Per Barack Obama l’omicidio del venticinquenne afroamericano Ahmaud Arbery è la dimostrazione di quanto sia ancora vivo il pregiudizio razziale. Tre mesi di inchiesta tra polemiche e proteste. Giovedì 21 maggio il Georgia Bureau of Investigation, l’autorità di polizia locale, ha arrestato William Roddie Bryan, il cinquantenne che riprese con il telefonino la sequenza della caccia all’uomo, dell’inseguimento e infine dell’uccisione di Ahmaud.
La vicenda risale alla mattina del 23 febbraio. Era domenica e Arbery stava facendo jogging in un quartiere residenziale di Brunswick, cittadina vittoriana dalle querce secolari che si affaccia sull’atlantico, a sud di Savannah. Nelle settimane precedenti c’era stato qualche furto con scasso nelle case del quartiere. Le voci incontrollate erano già diventate una sentenza: il ladro era un nero. Ma Arbery da quelle parti ci andava solo per correre.
Nell’america profonda la stirpe dei giustizieri bianchi non si è ancora estinta. Eccoli i Mcmichael, padre e figlio, Gregory 64 anni e Travis, 34. Stanno gironzolando sul loro pick-up bianco, quando avvistano il giovane afroamericano in maglietta, calzoncini e scarpe da tennis. Non esattamente una tenuta da scassinatore. Ma i due non hanno dubbi. Lo fermano e Gregory, ex agente di polizia locale, lo affronta spianando un fucile. Arbery è più agile e lo blocca. Quindi riesce a divincolarsi e ad allontanarsi. Travis osserva la lotta dal pianale del veicolo. Anche lui è armato, spara e uccide Arbery.
La sequenza è ripresa da un telefonino. Si scoprirà mesi dopo che era quello di un terzo uomo bianco, William Bryan, conoscente dei Mcmichael. Il video compare solo il 5 maggio. Un anonimo lo spedisce a Lee Merritt, noto avvocato per la difesa dei diritti civili, che assume È il celebre libro di Harper Lee tradotto in italiano «Il buio oltre la siepe» (letteralmente: uccidere un usignolo). Il romanzo dell’america razzista anni 50