AMARE LA LOMBARDIA SIGNIFICA CRITICARE QUEL CHE NON FUNZIONA
Caro Aldo, la Lombardia non ha il mare. In compenso ha splendidi laghi. Ma se l’avesse, sono convinto che molti sarebbero pronti a dire che è il più bello d’italia.
È ormai diventato uno sport dire che la Lombardia è «la più». Orgoglio sì, ma qualche volta ( fanciullescamente) non è anche pregiudizio? Caro Alessandro,
No, non è pregiudizio. La Lombardia è la regione più ricca e laboriosa d’italia e tra le più ricche e laboriose del mondo. Rappresenta da sola non soltanto il 22 per cento del prodotto interno lordo, ma anche una quota analoga delle tasse versate allo Stato centrale.
Ogni lombardo paga in media al fisco 12 mila euro l’anno; più del doppio di un italiano del Sud (i calabresi in media 5.436 euro, i siciliani 5.610, i campani 5.703). Non si tratta di mettere gli italiani gli uni contro gli altri; anche perché in Lombardia vivono centinaia di migliaia di calabresi, siciliani, campani, molti dei quali sono diventati milanesi. Però dobbiamo riconoscere che lo storico primato lombardo in questi anni è cresciuto, grazie allo straordinario slancio di Milano ma anche alla tradizione industriale delle valli e pure alla vocazione turistica dei laghi che lei, gentile signor Prandi, citava.
Ma non c’è contraddizione tra amare la Lombardia, elogiare l’attaccamento al lavoro, al dovere, alla solidarietà dimostrata dai lombardi anche in questi mesi drammatici, e denunciare la gestione disastrosa dell’emergenza da parte delle autorità. Si critica quel che si ama; ovviamente non con invettive provocatorie, ma con analisi oggettive.
Si renderebbe un pessimo servizio alla Lombardia se si tacessero gli errori commessi, da Codogno in poi. L’impreparazione è stata evidente. Non c’erano abbastanza mascherine, neppure per medici e infermieri. Gli ospedali sono diventati focolai. La scelta di mandare i malati meno gravi nelle residenze per anziani è stata suicida; così come quella di non fare subito la zona rossa in Val Seriana. Inoltre non si sono fatti abbastanza tamponi e si è in ritardo — come tutta Italia, tranne il Veneto — nei test sierologici.