Corriere della Sera

«Piano di rinascita in un clima di concordia nazionale»

Un patto tra istituzion­i, imprese, forze sociali, enti locali, fatto di obiettivi condivisi e priorità. È la scelta più difficile ma chi ama l’italia non può sottrarsi

- Di Nicola Zingaretti

Quello lanciato dal Governator­e Visco è l’ennesimo autorevoli­ssimo allarme che conferma un grave rischio. Il pericolo per le democrazie in occidente viene dall’aumento delle disuguagli­anze che rendono soli milioni di esseri umani, lontani e sfiduciati rispetto all’idea che attraverso un agire collettivo, un progetto comune, una vitalità della democrazia si possa realizzare un progetto di vita.

La solitudine di chi fa impresa, di chi lavora, di chi è malato e di chi studia o degli anziani. Delle donne che rischiano di pagare piu’ di tutte la crisi. Tutto torna incerto. Perché la disuguagli­anza non è solo nel reddito ma si determina in una difficoltà di accesso a servizi e opportunit­à per tutti.

A questa condizione si deve rispondere in tre modi:

1) Emergenza. Fare di tutto per essere presenti e vicini a una condizione di difficoltà che mai nel dopoguerra si era presentata in queste forme e dimensioni. Parliamo di persone che rischiano di avvicinars­i o sprofondar­e nella povertà o di imprese anche competitiv­e

Le tre strade Affrontare l’emergenza, aumentare gli investimen­ti e utilizzare bene i fondi europei

che sono state travolte dagli eventi di mercato generati dal coronaviru­s. Da questo punto di vista molto è stato fatto, concretizz­are e far arrivare rapidament­e ai destinatar­i le imponenti risorse programmat­e in questi mesi è decisivo. Deve diventare l’ossessione dell’intero sistema Paese

2) Investimen­ti. Vanno orientati verso un nuovo modello di sviluppo che deve concretizz­arsi in chiari obiettivi Paese. Digitalizz­azione, green economy, Università e trasferime­nto tecnologic­o alle imprese, infrastrut­ture matorno teriali, semplifica­zione dello Stato e una burocrazia che aiuta e non vieta o ritarda, la riforma fiscale e la lotta all’evasione per ridurre il peso delle tasse su chi produce e chi lavora.

Offrire una visione chiara può aiutare ad evitare il rischio di distribuir­e risorse senza un criterio e a indirizzar­e bene lo sforzo di tutti, penso anche gli investimen­ti già programmat­i e in essere di tante aziende pubbliche in

Il modello Serve un modello di sviluppo nuovo e sostenibil­e che rappresent­i la rinascita

alle quali si può generare una vitalità delle imprese positiva. C’è paura sì, ma anche tanta voglia di fare e creatività che deve essere raccolta e incoraggia­ta.

3) Europa. Le scelte compiute e la proposta della Commission­e Ue sul Recovery Fund non sono solo una vittoria dell’italia ma rappresent­ano l’ennesimo passo in avanti di un protagonis­mo dell’europa come grande attore globale. Potremmo dire l’europa sta riscoprend­o una sua missione e questo è molto importante perche’ rende anche noi piu’ forti nella competizio­ne globale. Per affrontare il futuro è indispensa­bile un attore politico che realizzi politiche su dimensione continenta­le. Le teorie sovraniste si sono confermate sbagliate ed inutili. Quella difesa della sicurezza basata su nazionalis­mo, distinguo e odio si è rivelata totalmente inefficace. Per offrire protezione e sicurezza c’e’ bisogno dell’opposto. Ma ora anche qui è indispensa­bile una doppia azione: continuare a spingere verso una maggiore coesione e protagonis­mo europeo e in secondo luogo non dispendere in alcun modo l’opportunit­à unica che si presenta all’italia. Questa volta non possiamo sbagliare.

E’ vero che la portata della crisi è enorme ma la massa di risorse economiche che si sono attivate è davvero poderosa. Anche grazie alle scelte europee decine di miliardi per investimen­ti e decine per prestiti a condizioni uniche. Ora le risorse vanno indirizzat­e verso il sostegno ad un modello di sviluppo nuovo che rappresent­i davvero la rinascita di cui tanto si parla: un modello fondato sulla sostenibil­ità ambientale e sociale. Ma insisto, per fare tutto questo occorre uno spirito nuovo basato sul confronto, il dialogo e l’unità.

Non significa annullare le differenze, cambiare governi o ruoli tra maggioranz­a e opposizion­e ma inaugurare una nuova fase all’insegna della concordia nazionale basata sul riconoscim­ento dell’altro anche nella politica per compiere, almeno per una fase, un percorso che proietti nel futuro l’italia. Pensiamo a un piano per la rinascita. Un grande patto tra istituzion­i, imprese, forze sociali, enti locali, fatto di obiettivi condivisi, politiche e priorità. Un percorso nuovo da compiere insieme. E’ la scelta più difficile ma chi ama davvero l’italia non può sottrarsi. Lo dobbiamo soprattutt­o ai giovani: il coronaviru­s li ha colpiti poco come malattia ma pagheranno più di tutti gli effetti drammatici che sta producendo sulla formazione, sul lavoro, sui debiti da pagare.

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Segretario Nicola Zingaretti, da marzo del 2019 è segretario del Partito Democratic­o. Dal 2013 alla guida della regione Lazio

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