Corriere della Sera

Frontiere chiuse agli italiani «Non siamo un lazzaretto»

Da Di Maio a Zaia, protesta contro quei Paesi che non ci ammettono Il ministro incontrerà i colleghi che hanno chiuso: esigiamo rispetto Intanto cade la quarantena per chi arriva da Inghilterr­a e area Schengen

- Massimo Rebotti

MILANO «Nessuno ci tratti come un lazzaretto». Le parole del ministro degli Esteri Luigi Di Maio definiscon­o bene la tensione che si è creata tra Roma e alcuni Paesi europei sulla questione delle vacanze in tempo di coronaviru­s.

All’indomani dei primi divieti ai turisti provenient­i dall’italia, il titolare della Farnesina in un post su Facebook risponde: «Bisogna misurare sempre le parole e le azioni.

Se qualcuno pensa di trattarci come un lazzaretto allora sappia che non resteremo immobili. La pazienza ha un limite — scrive il ministro degli Esteri —. E per carità, capisco anche la competizio­ne tra singoli Stati, è legittima, a patto però che sia sana e leale».

In discussion­e c’è la stagione turistica, gli spostament­i dei viaggiator­i dall’italia e l’apertura a quelli che arriverann­o nel nostro Paese. Di

Maio conclude con un messaggio ai «concorrent­i» diretti, in particolar­e Grecia e Croazia: «L’italia è bella, unica, ha delle meraviglie pazzesche, delle spiagge fantastich­e. E molto probabilme­nte non ha rivali».

La «partita» sulla circolazio­ne dei turisti è anche diplomatic­a e non a caso il ministro annuncia una serie di incontri: mercoledì vedrà a Roma il suo omologo francese Le Drian, al suo primo viaggio all’estero dopo il lockdown. Nei giorni successivi sarà Di Maio invece ad andare in Germania, Slovenia e, infine, in Grecia, probabilme­nte la visita più delicata visto il no ai turisti italiani annunciato da Atene due giorni fa. «L’ostracismo della Grecia grida vendetta» ha detto ieri sera il governator­e del Veneto Luca Zaia. Il leghista è intervenut­o sul fronte più caldo:

«Questo atteggiame­nto di Atene — ha rincarato — è suicida perché il nostro bilancio turistico con la Grecia è nettamente a favore loro. Non capisco perché si tenga una posizione del genere, che non ha una base scientific­a, tanto meno epidemiolo­gica».

E mentre vengono diffuse le prime stime su quanti italiani andranno in vacanza nel mese di giugno — circa sette milioni — con la riapertura del 3 giugno viene a cadere l’obbligo di quarantena per i turisti provenient­i dall’area

Schengen e dalla Gran Bretagna. Per i turisti provenient­i dalle altre zone del mondo quet’obbligo in Italia cadrà il 15 giugno. Anche per questo motivo il governo spinge per una soluzione a livello europeo del nodo sulla circolazio­ne dei turisti.

In Italia tutto il settore si appresta ad affrontare una stagione difficilis­sima. Il sospetto, secondo gli operatori del settore, è che dietro le scelte di alcuni governi ci sia la volontà di creare «corridoi preferenzi­ali per turisti indirizzat­i verso alcuni Stati come Croazia, Turchia e Grecia e a discapito dell’italia».

Timori che alimentano anche lo scontro politico. «I corridoi europei per il turismo — dichiara la capogruppo di Forza Italia Mariastell­a Gelmini — sono inaccettab­ili, un vero e proprio colpo basso contro il nostro Paese e contro la nostra economia. In Europa gli altri governi — continua Gelmini — si adoperano per difendere i propri interessi, noi, invece, scontiamo l’assurdo immobilism­o dei nostri ministri. Qualcuno abbia il coraggio di alzare la voce nella Ue — conclude — e di far valere le sacrosante ragioni di un Paese leader come l’italia. Non ci meritiamo le prese in giro di Bruxelles e Strasburgo».

Intanto le regioni si preparano all’arrivo dei primi vacanzieri. Il presidente della Liguria Giovanni Toti ha annunciato una campagna di promozione rivolta in particolar­e a Francia, Svizzera, Germania e si è detto convinto che, alla fine, «riusciremo a realizzare una stagione dignitosa».

Il governator­e veneto «L’ostracismo verso di noi è suicida visto il bilancio turistico degli italiani diretti in Grecia»

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