Corriere della Sera

I fan (traditi) dalla Grecia Ma c’è chi dice: «Li capisco»

- Elvira Serra

Quando l’avvocato civilista Salvatore Trifirò risponde al telefono, con lui ci sono la moglie Paola e il nipote 19enne Leonardo e stanno parlando proprio della Grecia, dove vanno ogni anno. «Da che si può lavorare in smart working pure in barca, sono riuscito a fare consigli di amministra­zione vestito con giacca e cravatta dalla vita in su e, sotto, il costume da bagno», ammette il fondatore dello studio Trifirò & Partners, armatore di «Ribelle», con cui nel 2017 vinse la Maxi Yacht Rolex Cup a Porto Cervo. Loro contavano di partire a luglio, ma le disposizio­ni del governo greco hanno cambiato i piani. In viva voce interviene sua moglie, «la navigatric­e», e insieme raccontano: «Comincerem­o con Sardegna e Sicilia, che conosciamo strabene. Certo, volevamo andare alle isole ioniche Corfù e Cefalonia, da Brindisi si arriva in un baleno. Ancora ci speriamo, non possono permetters­i di tagliarci fuori». In Grecia hanno colleziona­to avventure. Una indimentic­abile? «Quella traversata da Limnos a Capo Sunio con il vento a 40 nodi». Nemmeno l’architetto milanese Massimilia­no Locatelli vorrebbe rinunciare a una settimana in Grecia.

«Il vento è magico, in qualunque porto ti accolgono con il buon umore». Ecco perché non ha ancora disdetto il noleggio della barca ad agosto: «Se sarà possibile, il capitano verrà a prenderci a Tricase, in Puglia, e decideremo l’itinerario, con libertà impareggia­bile». La stilista Luisa Beccaria è quasi rassegnata a non tornare a Patmos dopo decenni di fedeltà assoluta. Ma lo aveva quasi messo in conto a metà pandemia, quando i locali del Dodecaneso le avevano scritto pregandola di stare attenta. Dice: «Io li capisco, lì una volta sono stata male e mi sono venuti a prendere con l’elicottero militare. Comprendo bene il loro punto di vista, basta un ragazzo perfettame­nte sano asintomati­co per far partire il contagio: poi come lo fermi? Il lockdown mi ha bloccata in Sicilia, con mio marito e mio figlio, e so quando sia stato importante contenere il virus». Per lei la Grecia è soprattutt­o «luce e colori». Conclude: «Credo che alla fine dovranno aprire anche agli italiani, ma non li biasimo se non vorranno farlo». Il giornalist­a Carlo Rossella, al contrario, è molto sorpreso dalla decisione del governo di Kyriakos Mitsotakis. In genere, in barca con amici, lui parte da Simi per girare il Peloponnes­o. «Sono scandalizz­ato. I greci sono molto attenti alla pecunia e sono certo che prima del vero inizio delle vacanze cambierann­o idea: hanno bisogno degli italiani spendaccio­ni». Concorda il conduttore tv Jonathan Kashanian, habituée di Mykonos, dove ha organizzat­o un matrimonio di famiglia. «Sono molto offeso e peggio per loro se non ci vogliono, vorrà dire che porteremo i nostri soldi qui in Italia», sbotta. Ma è anche convinto che gli operatori del turismo non siano contenti: «Ieri mi ha mandato un video Nazira Ghosn, titolare del Blue Marlin e del Marriott, assicurand­omi che ci aspettano a braccia aperte». La gallerista Nina Yashar ancora spera di partire il 10 agosto, come prenotato da mesi, per il suo posto del cuore: Patmos. «Lì c’è un’energia mistica. Da anni con mio marito vado nello stesso posto, a Chora, dove l’albergo ha solo cinque stanze e ci tiene da parte sempre la stessa, affacciata al giardino. Il plus è un pescatore che ci porta in giro con lo zodiac. Per ora non contemplo un piano B».

Iniziamo con Sicilia e Sardegna, che conosciamo bene. Certo, volevamo andare a Corfù e Cefalonia, ancora ci speriamo Salvatore Trifirò

Io li capisco, basta un asintomati­co per far partire il contagio Alla fine apriranno, ma non li biasimo se non vorranno farlo Luisa Beccaria

Per ora non contemplo un piano B Da anni con mio marito vado a Chora, in un hotel da 5 stanze che ci tiene da parte sempre la stessa Nina Yashar

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