«Alta velocità e piano per i borghi Le mosse per il turismo al Sud»
Il ministro pd: la più importante della priorità è investire su infrastrutture che portino fino in Sicilia Il ponte sullo Stretto? I treni dovranno passare...
Una «grandiosa Ricostruzione» con la maiuscola, come nel secondo dopoguerra. Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, guarda con ottimismo al futuro del turismo e spiega il suo piano in tre mosse per rilanciarlo nel Sud.
Alcuni governatori tra cui Solinas e De Luca invocano test e patenti sanitarie per chi viene dalle regioni più colpite. È una via percorribile?
«Abbiamo cercato da sempre di concordare le scelte con le Regioni. Tutti capiscono che danno per l’immagine dell’intera Italia e delle possibilità di ripresa del turismo ne uscirebbe se singole Regioni adottassero misure nei confronti di abitanti di altre zone d’italia. Una assurda macchia di leopardo senza una base scientifica».
La Grecia non vuole i nostri turisti. Cosa fare per non essere trattati come gli appestati d’europa?
«Di Maio e Amendola si stanno battendo perché ogni decisione sulle frontiere sia
L’offerta alberghiera Bisogna riqualificare l’offerta alberghiera per attrarre più ospiti stranieri di alto livello
È una crisi irreversibile?
«Passata l’emergenza, in Italia il turismo tornerà a crescere impetuosamente. Qualsiasi tipo di sondaggio ci dice che in tutti i Paesi del mondo la prima meta desiderata di viaggio è l’italia. Dobbiamo fare scelte strutturali che ci mettano in condizione di governare quella crescita e distribuire la ricchezza su tutto il territorio nazionale, a partire dal Sud, la parte del mondo più ricca di bellezze artistiche e naturali, in cui paradossalmente
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vanno meno del 20% dei turisti stranieri».
Le strade del Sud sono lastricate di belle promesse.
«Penso a tre priorità di intervento. Prima cosa, con il fondo strategico per il turismo previsto nel decreto Rilancio, su cui abbiamo già messo 150 milioni cui si aggiungeranno le risorse di Cassa depositi e prestiti, avviare una grande riqualificazione della nostra offerta alberghiera per alzare gli standard e puntare su un turismo internazionale di livello di Botticelli alla Galleria degli Uffizi, un lavoro affidato ai restauratori interni del museo; la Torre di Pisa, il campanile della cattedrale di Santa Maria Assunta nella celebre piazza del Duomo, illuminata con i colori dell’italia; la alto e con capacità di spesa».
Seconda priorità?
«Un piano di recupero e rilancio dei borghi. Quei luoghi bellissimi, e spesso abbandonati o trascurati, che si trovano a centinaia lungo la dorsale appenninica. Hotel diffusi, cammini, ciclabili, ferrovie storiche, cibo, natura, arte. Un modo di offrire turismo esperienziale, quella possibilità di vivere all’italiana che tutti nel mondo sognano».
Un sogno a occhi aperti, visto che gran parte del Sud è privo di infrastrutture?
«È la più importante delle priorità. Io penso a un grande investimento sulla mobilità. Non è possibile e giusto che l’alta velocità si fermi a Salerno. Sulla traccia di quello che la ministra De Micheli ha iniziato a fare, ora che le risorse ci sono bisogna avere il coraggio di immaginare due grandi scelte. Da un lato l’alta velocità che arriva in Sicilia, fino a Catania e Palermo».
La fermo. Il suo progetto prevede il Ponte?
«Beh, i treni ad alta velocità dovranno pur attraversare lo Stretto. Ma andranno visti costi e benefici di tutte le soluzioni alternative».
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La Taranto-bologna Da Pesaro a Termoli facciamo passare i treni all’interno. Una ciclabile sulla vecchia ferrovia
Prosegua.
«Dall’altro lato penso alla Taranto- Bologna. Il gap infrastrutturale nel nostro Paese non è solo tra Nord e Sud, ma anche tra Est e Ovest. Sul lato tirrenico alta velocità e grandi aeroporti, sul lato adriatico praticamente nulla. Da Pesaro a Termoli c’è una vecchia linea ferroviaria che danneggia 500 chilometri di costa passando a pochi metri dal mare. Proviamo a pensare a un’alta velocità spostata all’interno, a fianco dell’autostrada, che attraversi tutti gli aeroporti da Bari a Bologna e la vecchia linea che diventa la più lunga e incredibile ciclabile d’europa sul mare, cucendo tra loro decine di località balneari».
Non crede che i costi sarebbero proibitivi?
«Sto parlando della riqualificazione di un enorme pezzo di Italia, in cui la sola crescita dei valori immobiliari basterebbe a pagare e giustificare una grande opera di questo tipo. Ecco, è solo un esempio, ma la crisi Covid e le nuove politiche europee ora ci impongono di provare a pensare più in grande. Non solo emergenza e ordinaria amministrazione, ma anche visione e sfide ambiziose. Solo così anche questo terzo dopoguerra potrà essere ricordato per una grandiosa Ricostruzione».