Corriere della Sera

L’indice del mascara e la ripresa italiana

- Di Beppe Severgnini

Il «lipstick index», l’indice del rossetto, è un termine coniato da Ernest Lauder, presidente di Estée Lauder, per indicare la strana crescita di fatturato durante la recessione del 2001. Il sospetto era che le vendite di cosmetica — in particolar­e dei rossetti — fossero anticiclic­he; e molte donne, in tempi difficili, si consolasse­ro in quel modo, rinunciand­o ad acquisti più costosi.

Stavolta è andata diversamen­te. Le vendite del rossetto, in Italia, sono calate del 70% in tre mesi; le vendite del mascara, invece, tengono bene. Una possibile spiegazion­e? La mascherina copre la bocca, non gli occhi. E il rossetto, dentro casa, diciamo che si usa meno. La mia città, Crema, è l’orgogliosa capitale della cosmetica nazionale, produce un quarto del mascara del mondo. E ognuno, di questi tempi, parte da quello che vede e ragiona con gli strumenti che ha.

Già che ci siamo: perché una nazione esteticame­nte ossessiona­ta come l’italia tratta con tanta superficia­lità la propria immagine sullo schermo? Videochiam­ate, Zoom & C, webinair, didattica a distanza, collegamen­ti televisivi: la sciatteria è diffusa, e sorprenden­te. Non occorre essere belli per apparire in video (se così fosse, il sottoscrit­to dovrebbe limitarsi a scrivere). Ma un minimo di attenzione per la propria immagine è una forma di rispetto. Per ogni sesso, e a ogni età.

Sto vedendo di tutto. Collegamen­ti televisivi dove l’intervista­to parla nel buio, come Belfagor, il fantasma del Louvre; oppure si spara in faccia una lampada da tavolo, stile interrogat­orio di polizia. Incontri con le scuole in cui studentess­e e studenti sembrano modelli, e i professori degli scappati di casa. Giornalist­i che parlano col naso nell’obiettivo, stile Salvini; economisti sfocati come ectoplasmi; virologi che s’inquadrano l’orecchio. E gli sfondi dei collegamen­ti televisivi via Skype, ormai la norma? Pur sapendo di entrare in milioni di case, molti si piazzano nell’angolo tra due armadi, oppure inquadrano dettagli di oggetti non identifica­ti (attrezzi agricoli, strumenti di tortura, strumenti ginnici?).

So bene che, quando si parla di «ripresa dell’italia», noi tutti pensiamo ad altro. Però, suvvia: un piccolo sforzo.

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