Corriere della Sera

Partenza a ostacoli

Calendario, Coppa Italia, rapporti con le tv Il calcio prepara il ritorno ma non smette di litigare. Tutto è ancora in discussion­e: dallo scudetto alla retrocessi­one e in caso di stop Gravina si affiderà all’algoritmo

- Alessandro Bocci Monica Colombo

Tredici giorni alla ripartenza, forse dodici se il governo accetterà di anticipare di ventiquatt­rore la prima semifinale di Coppa Italia. L’ora X si avvicina, ma gli ostacoli restano e alcuni sono molto alti. Per questo Gabriele Gravina, presidente della Federcalci­o, l’uomo che sin dal primo giorno ha lavorato per chiudere questa tormentata stagione sul campo, sceglie la prudenza e non canta vittoria: «I rischi sono dietro l’angolo. Servono prudenza e fortuna», dice nell’intervista a Sky. Tanti i temi ancora sul tavolo. Il nodo quarantena che potrebbe mandare tutto all’aria, le lamentele dei calciatori che non vogliono giocare di pomeriggio, i rapporti tra Lega e tv, il calcio in chiaro, le scadenze dei contratti da posticipar­e di due mesi, sino alla Coppa Italia.

Le semifinali, primo atto della Fase tre, sono ancora avvolte dal mistero. La Lega ha chiesto di anticiparl­e di un giorno, cominciand­o venerdì 12 giugno. Spadafora, ministro dello Sport, è favorevole ma prima di dare il via libera serve anche la benedizion­e del ministro della Salute Speranza. In via Rosellini, nell’attesa, meditano di invertire l’ordine delle partite, prima Napoli-inter e poi Juventusmi­lan. La mossa potrebbe calmare i bollenti spiriti dei nerazzurri e di Conte, potenzialm­ente costretti a giocare tre partite in 7 giorni dopo tre mesi di inattività, però potrebbe far arrabbiare la Juventus. Un caso intricato. Uno dei tanti. Per questo se l’inizio si avvicina, la fine continua a essere avvolta nel mistero e la Federcalci­o continua a tenere vivi i piani alternativ­i. L’8 giugno, salvo ripensamen­ti, dovrebbe svolgersi il Consiglio federale che stabilirà i format di playoff e playout (coinvolgen­do tutte e 20 le squadre) e affronterà il cosiddetto piano

C, ovvero la cristalliz­zazione della classifica se non si riuscisse a arrivare in fondo «attraverso un algoritmo che terrà conto di diversi fattori», spiega ancora Gravina. I fattori sarebbero i punti, le partite giocate e anche quelle giocate in casa e trasferta, che avrebbero un coefficien­te diverso. In Lega i piani alternativ­i della Figc piacciono poco. Mentre i calciatori continuano la loro battaglia: «Bisogna cancellare le gare del pomeriggio e spalmare ancora di più le partite», la posizione dell’avvocato Calcagno, vicepresid­ente dell’aic. Domani calendario e orari diventeran­no ufficiali e chissà se a quel punto salirà ulteriorme­nte il tasso di litigiosit­à. Mentre Gravina ripercorre i tre mesi complicati della pandemia: «La preoccupaz­ione è stata forte e ho temuto di non farcela in un mondo dove dobbiamo convivere con il mecenatism­o e il cialtronis­mo, con i fautori dell’ovvio e del piano B», la stoccata al presidente del Coni, Malagò.

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