Partenza a ostacoli
Calendario, Coppa Italia, rapporti con le tv Il calcio prepara il ritorno ma non smette di litigare. Tutto è ancora in discussione: dallo scudetto alla retrocessione e in caso di stop Gravina si affiderà all’algoritmo
Tredici giorni alla ripartenza, forse dodici se il governo accetterà di anticipare di ventiquattrore la prima semifinale di Coppa Italia. L’ora X si avvicina, ma gli ostacoli restano e alcuni sono molto alti. Per questo Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, l’uomo che sin dal primo giorno ha lavorato per chiudere questa tormentata stagione sul campo, sceglie la prudenza e non canta vittoria: «I rischi sono dietro l’angolo. Servono prudenza e fortuna», dice nell’intervista a Sky. Tanti i temi ancora sul tavolo. Il nodo quarantena che potrebbe mandare tutto all’aria, le lamentele dei calciatori che non vogliono giocare di pomeriggio, i rapporti tra Lega e tv, il calcio in chiaro, le scadenze dei contratti da posticipare di due mesi, sino alla Coppa Italia.
Le semifinali, primo atto della Fase tre, sono ancora avvolte dal mistero. La Lega ha chiesto di anticiparle di un giorno, cominciando venerdì 12 giugno. Spadafora, ministro dello Sport, è favorevole ma prima di dare il via libera serve anche la benedizione del ministro della Salute Speranza. In via Rosellini, nell’attesa, meditano di invertire l’ordine delle partite, prima Napoli-inter e poi Juventusmilan. La mossa potrebbe calmare i bollenti spiriti dei nerazzurri e di Conte, potenzialmente costretti a giocare tre partite in 7 giorni dopo tre mesi di inattività, però potrebbe far arrabbiare la Juventus. Un caso intricato. Uno dei tanti. Per questo se l’inizio si avvicina, la fine continua a essere avvolta nel mistero e la Federcalcio continua a tenere vivi i piani alternativi. L’8 giugno, salvo ripensamenti, dovrebbe svolgersi il Consiglio federale che stabilirà i format di playoff e playout (coinvolgendo tutte e 20 le squadre) e affronterà il cosiddetto piano
C, ovvero la cristallizzazione della classifica se non si riuscisse a arrivare in fondo «attraverso un algoritmo che terrà conto di diversi fattori», spiega ancora Gravina. I fattori sarebbero i punti, le partite giocate e anche quelle giocate in casa e trasferta, che avrebbero un coefficiente diverso. In Lega i piani alternativi della Figc piacciono poco. Mentre i calciatori continuano la loro battaglia: «Bisogna cancellare le gare del pomeriggio e spalmare ancora di più le partite», la posizione dell’avvocato Calcagno, vicepresidente dell’aic. Domani calendario e orari diventeranno ufficiali e chissà se a quel punto salirà ulteriormente il tasso di litigiosità. Mentre Gravina ripercorre i tre mesi complicati della pandemia: «La preoccupazione è stata forte e ho temuto di non farcela in un mondo dove dobbiamo convivere con il mecenatismo e il cialtronismo, con i fautori dell’ovvio e del piano B», la stoccata al presidente del Coni, Malagò.