Corriere della Sera

Ma Conte invoca «collaboraz­ione»: basta con scontri e rincorse a dividerci

- Monica Guerzoni

ROMA Un «nuovo inizio», come fu per l’italia il 2 giugno del 1946. Quando una intera generazion­e, «pur severament­e provata dalla guerra», si lasciò alle spalle macerie e distruzion­e, si rimboccò le maniche e «coraggiosa­mente intraprese l’opera di ricostruzi­one del Paese». È così che Giuseppe Conte immagina l’uscita dall’emergenza e l’avvio di una nuova stagione, le cui parole chiave siano «collaboraz­ione» e «condivisio­ne», come nei giorni più bui e angosciosi della pandemia. Basta scontri e divisioni tra governo e opposizion­i, basta con la «tentazione delle inutili rincorse a dividerci» in un momento di estrema difficoltà. Il premier fa suo l’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e si prepara a rilanciarl­o oggi, nel giorno della fine del lockdown. «Uniamo e concentria­mo tutte le nostre energie nello sforzo condiviso di rialzarci e partire con la massima determinaz­ione» ha scritto Conte sulla sua pagina Facebook, chiedendo a ciascuno di fare la propria parte «come è sempre stato nei momenti più difficili della nostra storia».

Se l’italia non fosse stata investita dall’onda anomala del coronaviru­s, lunedì scorso il capo del governo avrebbe festeggiat­o i suoi primi due anni a palazzo Chigi, ma il dolore per i tantissimi morti e la consapevol­ezza dei pesanti sacrifici sociali ed economici che attendono i cittadini non consentono brindisi. E oggi, nel giorno in cui il Paese riapre le frontiere regionali e quelle con l’estero, il premier vuole dire grazie a tutti i cittadini. Ai medici, agli infermieri, agli operai rimasti al lavoro nelle fabbriche, alle donne in prima linea, agli studenti, agli insegnanti... Il peggio è alle spalle, ma bisogna tenere alta la guardia. Il divieto di assembrame­nto, il rispetto delle distanze e l’uso della mascherina restano regole a cui non si può derogare e il premier lo ribadirà con forza, per poi dedicare il passaggio centrale del suo intervento alle prospettiv­e di ripresa.

 Serve un nuovo inizio come il 2 Giugno 1946 quando una intera generazion­e intraprese l’opera di ricostruzi­one del Paese

Annuncerà la convocazio­ne degli «stati generali» per rilanciare l’economia, anche grazie al confronto con le parti sociali, i sindacati e le organizzaz­ioni di categoria. I numeri del Pil sono da profondo rosso, eppure il giurista pugliese spronerà a guardare con fiducia al futuro. Dirà che il lockdown è stata una scelta dura, ma ha funzionato, sosterrà che «procedere con riaperture graduali e sostenibil­i è stato un approccio positivo». Farà sapere al mondo che l’italia è guarita. Proverà a dare il senso di una rinascita e, sotto il profilo della strategia politica, indicherà un orizzonte che va ben oltre i tre anni che restano alla legislatur­a. Prendendo le mosse dall’appello all’unità morale lanciato da Mattarella, Conte traccerà i contorni dell’italia dei

 Dobbiamo unire e concentrar­e tutte le nostre energie nello sforzo condiviso di rialzarci e partire con la massima determinaz­ione

Il piano per i dieci anni Oggi, in occasione della riapertura tra le regioni, il premier indicherà un piano per i prossimi dieci anni

prossimi dieci anni. L’agenda 2020, a cui il capo governo stava lavorando prima che la pandemia esplodesse, diventerà un’agenda 2030. Un traguardo ambizioso per il giurista pugliese, che il primo giugno di due anni fa entrò a Palazzo Chigi come «un premier per caso» e che adesso si trova a gestire i 172 miliardi destinati all’italia dal Recovery plan, lo strumento per il quale Conte tanto si è battuto in Europa. Quello che il premier ha in mente è un piano di riforme struttural­i e investimen­ti, pubblici e privati. Semplifica­zione, digitalizz­azione, infrastrut­ture, sostenibil­ità ambientale, sviluppo del Sud. E poi ricerca, innovazion­e, velocizzaz­ione ed efficacia del sistema giudiziari­o, come «leve fondamenta­li» per rimettere in moto il Paese e attrarre capitali esteri.

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