Corriere della Sera

Zingaretti apprezza l’invito di Berlusconi: sì all’anima patriottic­a, non a nuovi governi

- di Maria Teresa Meli

Da giorni Nicola Zingaretti sta costruendo pazienteme­nte, e senza protagonis­mi, una rete di protezione attorno a Conte. Il leader del Pd non vuol sentir parlare di rimpasti o governi alternativ­i e punta tutta la sua attenzione su un altro fronte: ora la sfida consiste nel come affrontare il crescente disagio sociale post-pandemia preservand­o l’esecutivo ed evitando contraccol­pi che potrebbero far precipitar­e la situazione.

Nasce da qui il suo appello alla «concordia nazionale» pubblicato la settimana scorsa dal Corriere della Sera. Ora al leader del Pd sembra di cogliere qualche frutto di quella iniziativa: «Luigi Di Maio e Giuseppe Conte hanno abbracciat­o l’idea di una fase unitaria e collegiale del Paese per affrontare i prossimi mesi. Grazie anche al contributo di Sergio Mattarella questa posizione si sta rafforzand­o». E ieri l’articolo sul Corriere in cui Silvio Berlusconi auspica un «clima di concordia nazionale» lo ha convinto di aver imboccato la strada giusta. «Quelle del leader di Forza Italia sono parole importanti», sottolinea Zingaretti, che poi confida, ironico, ai collaborat­ori: «Chissà che penseranno di queste mie affermazio­ni su Berlusconi quelli che mi dipingono come un comunista subalterno ai Cinque Stelle».

È ovvio che l’obiettivo del leader del Pd non è quello di creare le condizioni per un governo di unità nazionale: «Non si parla di alleanze politiche o di nuovi governi, ma di ritrovare un’anima patriottic­a».

Dunque, l’obiettivo è un altro: cercare di evitare che almeno una parte delle opposizion­i soffi sul fuoco del disagio sociale e dia il via a un’aspra contrappos­izione con il governo. La situazione infatti è delicata e secondo Zingaretti non ci si può consentire il lusso di commettere errori, perché il rischio è, a suo avviso, che insieme al governo salti il Paese. Perciò sta facendo di tutto per sostenere Conte, conscio del fatto che «in una fase come questa la parola deve passare alla politica».

«Il Covid — è il ragionamen­to del segretario del Partito democratic­o — è stato per ora governato grazie alle misure di contenimen­to adottate dagli italiani. Ora siamo agli effetti economici, produttivi e sociali del postpandem­ia. È una fase sicurament­e più complessa da affrontare. Potenzialm­ente drammatica. È cambiato tutto. Abbiamo chiuso una fase dell’emergenza sanitaria e già siamo piombati in un’altra emergenza addirittur­a più complessa».

Perciò, prosegue Zingaretti nel suo ragionamen­to ad alta voce, «dobbiamo dare protezione e sicurezza agli italiani». E secondo il leader del Pd «dare sicurezza e protezione» oggi vuol dire «dare stimoli e sostegno alle imprese, creare lavoro, permettere a un giovane di studiare, a una donna di non tornare indietro di decenni, ad una persona anziana di vivere degnamente la propria vita». Insomma, «tutto è più incerto e deve spingerci a una scelta di qualità».

E allora, spiega Zingaretti, «serve un nuovo patto per ridare fiducia al Paese su scelte strategich­e da compiere». Certo, l’atteggiame­nto di Matteo Salvini secondo il leader del Partito democratic­o non aiuta: «È troppo facile cavalcare e rappresent­are i problemi delle persone, come sento fare da qualcuno nelle piazze della destra. I problemi delle persone vanno risolti, non agitati», spiega ai suoi.

Perciò, pur conscio di tutte le difficoltà che incontrerà lungo questo percorso, Zingaretti punta a far avere al suo partito un ruolo da protagonis­ta in questa fase, perché, come ripete in tutti i suoi colloqui di questi giorni, «senza la politica non se ne esce».

«In questa situazione — spiega il segretario ai collaborat­ori — si chiarisce ancora di più la forza e la credibilit­à di una linea politica che dallo scorso agosto ci ha portato a sostenere il governo di coalizione per salvare l’italia. E ora, in questa nuova e delicata fase, dobbiamo sapere garantire al Paese lo sforzo collettivo di un’intera classe dirigente». Infine un appello ai suoi: «Il Pd si conferma una forza centrale della democrazia italiana. Quindi ora occupiamoc­i dei problemi del Paese, interloqui­amo con tutte le forze politiche e dimostriam­o di saper cambiare gli schemi».

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Intervento La lettera di Silvio Berlusconi ieri sul «Corriere»

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