Prime code, dai musei ai traghetti La babele delle ordinanze regionali
Al via gli spostamenti: esodo consistente ma ordinato I governatori del Sud studiano norme più restrittive Zaia chiede treni a piena capacità. Bonaccini: vedremo
Si torna a circolare liberamente per l’italia, ma le Regioni, in particolare quelle del Sud, non desistono dalla ricerca di una qualche forma di tutela per evitare che il contagio possa diffondersi nel Meridione. Sono diversi i governatori che hanno deciso di emanare ordinanze con regole più restrittive, anche se in molti casi si tratta di norme cautelative e non obbligatorie. E questo perché molti presidenti, dopo gli annunci roboanti degli ultimi giorni, hanno capito che aprire le porte al turismo può essere il modo migliore per far ripartire un’economia in grande sofferenza. Variazioni sul tema ci sono però anche al Nord, come nel caso del Friuli Venezia Giulia, dove ieri è stato tolto l’obbligo di portare le mascherine all’aperto.
Un caos di cui dovrà tener conto il viaggiatore che si è messo in moto in queste ore. Ieri, primo giorno, l’esodo è stato consistente ma ordinato. Code a Firenze per la riapertura degli Uffizi, folla ai traghetti per la Sicilia, città d’arte che provano a ricominciare, aspettando i turisti stranieri che già da ieri, almeno quelli dell’area Schengen, possono rientrare nel nostro territorio.
Il quadro, però resta complicato. Se è vero che si può andare liberamente in Liguria o in Calabria, in altre regioni non è così. In Puglia occorre registrarsi su un sito e tenere persino una sorta di diario personale con tutti gli incontri fatti e i luoghi visitati durante la vacanza. La Sardegna è scesa a più miti consigli, dopo aver tuonato nei giorni scorsi: obbligo di registrarsi ma nessun patentino e niente test obbligatori (anzi, buoni per chi lo fa volontariamente). Anche il governatore campano Vincenzo De Luca, dopo aver minacciato lanciafiamme, si limita a stringere sui controlli della temperatura per chi arriva da fuori.
Alcune Regioni premono in senso inverso. È il caso del Veneto, dove Luca Zaia vorrebbe capienza piena per i treni. Idea che, assicura il governatore dell’emilia-romagna Stefano Bonaccini, «sarà presa in considerazione».
Polemico il sindaco di Bari e presidente dell’anci, Antonio Decaro, che su Micromega attacca: «Noi sindaci siamo stati lasciati in prima linea a contrastare, da soli, la disperazione della gente. Abbiamo ceduto ogni potere allo Stato: non ci aspettavamo che il governo ci sostituisse con i presidenti di Regione».