Corriere della Sera

«Isolare il virus, un merito del gruppo»

L’anestesist­a che ha lanciato l’allarme

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Nata a Procida quasi 67 anni fa, Maria Rosaria Capobianch­i arriva a Roma nel 1977. Per 20 anni virologa dell’università Sapienza, da altri venti è direttrice dell’unità complessa del laboratori­o di Virologia dell’istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzan­i. Non credeva ai messaggi di chi ieri le inviava le congratula­zioni. «Pensavo fosse uno scherzo di mia sorella. Poi sono andata su internet e solo allora ho capito cosa stava succedendo. Sono davvero sorpresa, non mi sarei mai aspettata un simile riconoscim­ento — racconta Capobianch­i —. Ma sono felice che sia arrivato insieme al gruppo con cui ho lavorato per isolare, tra i primi al mondo, il virus. Per poi metterlo a disposizio­ne di tutti». (Clarida Salvatori)

Èfriulano e ha 42 anni uno dei «tre eroi della pandemia» secondo il «Journal of the American Medical Associatio­n», una delle riviste mediche più importanti al mondo. Da ieri anche Cavaliere al merito della Repubblica: la notizia ha aumentato la gioia e il senso di responsabi­lità di Maurizio Cecconi, primario di anestesia e terapia intensiva dell’humanitas di Rozzano. Il medico — rientrato in Italia da due anni, dopo 14 nel Regno Unito — per primo ha acceso webcam e microfono e gridato al mondo quanto stava accadendo in Italia: «È grave. Preparate più letti che potete». Era il 21 febbraio. Ma non chiamatelo eroe: «Non siamo eroi. La parola eroe non mi piace, ma orgoglio, quello sì». (Stefania Chiale)

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