«Così ho cucito le mascherine per non udenti»
Irene Coppola La sarta
Èfelice, Irene Coppola. Ma la sorpresa per l’onorificenza, dopo aver cucito e donato migliaia di mascherine, si stempera nella compostezza. Nel suo laboratorio di Gallipoli, ago e filo alle mani, ha confezionato 15 mila mascherine in pelle d’uovo, una trama di cotone usata per le lenzuola. «Non me l’aspettavo, credo di avere fatto una cosa normale in un momento di bisogno per tanti», racconta la sarta salentina. Per i non udenti nello stesso laboratorio sono nate le mascherine in materiale trasparente, grazie alle quali è possibile «leggere» il movimento delle labbra. Un dono anche questo, frutto di quel «passatempo buono» con cui Irene svela di avere riempito le giornate lontano dal laboratorio chiuso per Covid. (Antonio Della Rocca)