«Immagini sessiste». Immuni le cambia
Polemica sull’illustrazione: lui lavora, lei col bimbo Reazioni bipartisan: «Ci riporta agli anni Cinquanta» La ministra Bonetti scrive a Pisano. Poi la correzione
ROMA Dal tweet dell’ex parlamentare Anna Paola Concia («ministra Bonetti la prego di parlare con la ministra Pisano perché quest’immagine fuori dal tempo e dalla storia dev’essere cambiata»), seguito da quello della cantautrice Paola Turci («condivido!»), alla provocazione amaro-ironica dell’attore Luca Bizzarri: «La donna col bambino e l’uomo su Youporn: non credo ci sia da aggiungere altro». L’immagine era tra quelle scelte dal governo per pubblicizzare l’app Immuni, già scaricata da un milione di utenti in 48 ore: quella, appunto, di una donna che culla un bimbo, mentre un uomo lavora al computer.
Una scelta criticata da Antonio Polito sul Corriere. E che ieri mattina, ha scatenato una bufera sui social, accusata da sinistra come da destra di riproporre il vecchio cliché: «Le istituzioni non alimentino stereotipi», dice il gruppo delle donne deputate del Partito democratico. All’attacco pure la senatrice di Fratelli d’italia, Isabella Rauti: «Un’immagine che riporta agli anni ’50 il ruolo della donna». E allora, ecco che la ministra delle Pari opportunità, Elena Bonetti, ha rivelato di aver scritto subito alla collega dell’innovazione, Paola Pisano, per chiederle di modificare la grafica. E in poche ore è cambiato tutto: il neonato non più in braccio alla mamma ma al papà. E la donna, non l’uomo, davanti al computer. Questione chiusa?
Mica tanto, perché come nota l’ex premier Enrico Letta, «peggio dell’immagine stereotipata ci sono i commenti.
Tanti, troppi, che la giustificano». Come la senatrice di Forza Italia, Gabriella Giammanco: «Non ci vedo nulla di male nell’immagine di una donna che si prende cura di un neonato. Piuttosto, il governo aiuti le famiglie». O il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (FDI): «Trovarla offensiva significa disconoscere l’unicità della donna-madre e renderla sostituibile attraverso una figura maschile oggi. O un robot domani».