Corriere della Sera

La sede occupata di Casapound, accelerazi­one sullo sgombero

Roma, annuncio sui social della viceminist­ra Castelli. Raggi: qualcosa si muove

- (Foto Proto) Rinaldo Frignani

La prima a parlare di sgombero è stata la vice ministra dell’economia Laura Castelli. «Ho appena saputo che è stato ordinato quello da Via Napoleone III a Casapound. Ci lavoriamo da tanto, finalmente si ristabilis­ce la legalità», ha twittato nel tardo pomeriggio di ieri. Un messaggio subito seguito da quello della sindaca Virginia Raggi, apparsa più prudente: «Finalmente qualcosa si muove su sgombero palazzo occupato abusivamen­te da Casapound in centro a Roma». Sì, perché dalla Questura in serata hanno in realtà smentito di aver notificato ai responsabi­li del movimento di estrema destra alcun atto che li obblighi a lasciare il palazzo di via Napoleone III.

Un giallo, quindi — l’ennesimo che accompagna la permanenza dei «fascisti del Terzo millennio» nel palazzo del Miur nel cuore del popolare rione — con il responsabi­le romano di Cpi Davide Di Stefano che spiega: «C’è stato solo un incontro sulla richiesta di sgombero». Si sarebbe svolto proprio in Questura nei giorni scorsi, ma su questo punto c’è il massimo riserbo. Come anche sul fatto che dietro all’improvvisa accelerazi­one nella procedura di sgombero del palazzo ci possa essere la richiesta della Procura in merito a un’indagine per razzismo, accolta dal gip. Si vedrà comunque nei prossimi giorni, anche se al momento non sarebbe prevista alcuna operazione in via Napoleone III. Tanto più che — emergenza Covid a parte — all’interno si trovano 18 famiglie occupanti alle quali proprio il Comune dovrebbe trovare una sistemazio­ne alternativ­a.

A reclamare lo stabile, che in epoca fascista ospitava gli uffici dell’ente per l’istruzione media e superiore, è adesso il Demanio (dal 19 luglio scorso con denuncia in Procura, mentre per la Corte dei Conti il danno erariale per omessa disponibil­ità del bene e mancata riscossion­e dei canoni è di 4,6 milioni di euro), anche se è da fine dicembre 2013 che l’occupazion­e dell’edificio prosegue nonostante i tanti tentativi di arrivare allo sgombero: il movimento ne ha fatto il suo quartier generale, pronto comunque a spostarsi a Ostia, in via delle Baleniere, nell’altro edificio citato il 28 maggio in una delle due lettere che la sindaca Raggi ha inviato ai ministri della Difesa e dell’economia Lorenzo Guerini e Roberto Gualtieri per sollecitar­ne lo sgombero insieme con quello di via Napoleone III. In particolar­e al dicastero di via XX Settembre la prima cittadina ha chiesto «di ripristina­re la legalità negli immobili di proprietà dell’aeronautic­a Militare».

Su questo punto proprio ieri il sottosegre­tario Giulio Calvisi ha spiegato durante il

La sede

Il palazzo di Napoleone III che ha ospitato Casapound «Question Time» alla Camera che «la Difesa ha attivato il procedimen­to di sgombero, con comunicazi­one alla Prefettura il 7 maggio 2020. È stata interessat­a anche l’avvocatura dello Stato per intraprend­ere tutte le azioni più opportune per permettere alla forza armata di rientrare nella piena disponibil­ità dell’immobile. Risultano, dunque, assolti tutti gli adempiment­i di competenza, in attesa che la Prefettura possa provvedere allo sgombero dell’area». Sempre a Ostia giorni fa la sindaca Raggi, che nell’agosto 2019 ha ordinato la rimozione della scritta abusiva di Cpi dalla facciata palazzo all’esquilino, è stata costretta a restare chiusa in macchina per mezz’ora in seguito alla contestazi­one da parte del leader locale e consiglier­e al X Municipio Luca Marsella, che ha poi denunciato per violenza privata. «Ce l’hanno con me — ha detto la prima cittadina — perché ho rotto sia a Ostia sia a Roma. Nessuno degli stabili è del Comune, altrimenti avrei avviato lo sgombero».

L’edificio

● L’edificio di via Napoleone III fu in epoca fascista sede dell’ente per l’istruzione media e superiore, in seguito di uffici del Miur

● Il palazzo all’esquilino è stato occupato dai militanti di Casapound a fine dicembre del 2003

La trattativa

Il Demanio reclama lo stabile. L’incontro nei giorni scorsi in questura per trattare

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