Gli 8 latitanti ai Caraibi rimpatriati in era Covid
«Abbiamo il via libera. Si può partire». Anche se l’aeroporto di Santo Domingo è chiuso, con i voli bloccati, conseguenza di un coprifuoco anticovid che sull’isola arriva all’arresto per chi venga trovato fuori casa dopo le 17. È un volo di linea, ma riadattato a charter giudiziario: 8 latitanti, 17 uomini delle forze dell’ordine italiane che per volare ai Caraibi hanno avuto un permesso speciale dal governo dominicano. L’aereo atterra all’alba di ieri a Fiumicino con poliziotti, carabinieri e finanzieri del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip) dotati di mascherine Ffp3, guanti professionali, certificati medici. È il primo volo per il trasporto internazionale di criminali al tempo del Covid: conclusione di un’operazione unica nel suo genere per penetrazione nel tessuto della malavita italiana in Repubblica dominicana e per le difficoltà legate alla pandemia, che a metà marzo hanno rischiato di far saltare tutto. «Quello è un mare dove nuotano troppi pesci marci, bisognerebbe andar là e pescare a strascico», diceva tempo fa al Corriere un vecchio investigatore esperto di latitanti, descrivendo la presenza di latitanti italiani in Repubblica dominicana. E questo hanno fatto gli investigatori dello Scip, inquadrati nella Direzione centrale della polizia criminale, guidata dal prefetto Vittorio Rizzi, in collaborazione con Interpol e Direzione centrale servizi antidroga. Analisi di fascicoli nelle Procure di mezza Italia, notizie raccolte sul campo in un mese di lavoro. Hanno così rintracciato, tra gli altri, Teresa Amante, 57 anni, truffatrice, esperta in raggiri di anziane; Oliviero Zilio, 67 anni, padovano, imprenditore edile, ex vice presidente del Padova calcio, bancarottiere; Luca Finocchiaro, 43 anni, di Latina, trafficante di coca, sull’isola gestiva il ristorante La pesca de oro. Salvatore Vittorio, 55 anni, riciclava i capitali del clan Contini. Gli 8 latitanti dovranno scontare pene tra 4 e 13 anni. Vengono bloccati tra fine febbraio e inizio marzo. Ma sull’isola inizia il contagio e l’operazione entra in una bolla. Finché il governo dà l’ok. «Il volo può partire».