Attenzione al blitz dei riservisti d’oro
Decisive In serie A 5 sostituzioni, già molto usate in Germania
Non è un algoritmo e nemmeno un’equazione. Più che altro è un’arte, che può anche decidere un campionato: quella dei riservisti, uomini d’oro che in pochi minuti riescono a trovare il filo della partita e ci fanno un bel fiocco, regalando all’allenatore l’illusione che il tocco magico sia opera di chi comanda. Da core n’grato Altafini a Matri (25 gol da panchinaro, il migliore degli anni 2000), da Daniele Massaro detto «Provvidenza» a Ole Gunnar Solskajer (che diede la Champions ‘99 allo United sul Bayern): le firme sui thriller d’autore restano nella memoria. E diventano fondamentali per le loro squadre.
«È quello che ho fatto io negli ultimi anni — dice l’ex milanista Massaro che nel 1994 decise un derby all’89, dopo essere subentrato a Boban — : prestare attenzione alla qualità e non alla quantità dei minuti giocati, fossero 5, 15 o 30, l’importante quando si entra è cambiare qualcosa, dare l’adrenalina giusta, trascinare i compagni per cercare di vincere, di recuperare se si è in svantaggio e soprattutto essere pronti mentalmente, perché non è facile. Ci sono giocatori predisposti per questo, altri che hanno bisogno di più tempo per entrare in partita. Avendo la possibilità di fare tanti cambi, sicuramente un allenatore lavorerà anche su questo».
Con 5 sostituzioni a disposizione, in effetti c’è il rischio di perdere il conto di chi entra e chi esce. In Bundesliga i tecnici hanno fatto ricorso alla nuova possibilità il 61% delle volte in 4 giornate. E in A la percentuale è destinata ad aumentare: «In previsione del clima con temperature alte e del calendario compresso i 5 cambi sono positivi — sottolinea il brand ambassador rossonero — anche in vista della partita successiva. Chi ha una rosa con più qualità avrà dei vantaggi, ma il beneficio sarà generale. Certo, in una squadra come la Juve fai fatica a capire chi è il titolare e chi il
d Massaro Costa, Muriel e Milik sanno come lasciare il segno. Spero che a incidere da riserva sia anche Paquetà
‘panchinaro’. Però tutti dovranno fare attenzione: abbiamo visto in questa fase che ci sono stati problemi muscolari dovuti al lungo stop. Sarà importante lavorare bene, perché non ci sarà più tempo per allenarsi. E l’allenamento saranno le partite stesse».
Per adesso sul podio del miglior «dodicesimo uomo» ci sono Muriel dell’atalanta (7 gol), Cornelius del Parma (5), Caicedo della Lazio (4). Ma gli specialisti del «tutto e subito» sono anche altri. E sono pronti a incidere, anche per dimostrare qualcosa: «Io spero che sia Paquetà — spiega ancora Massaro — . Douglas Costa ha sicuramente le caratteristiche per lasciare il segno, come Milik e Muriel: entrando in corsa, hanno sempre fatto vedere di saper cambiare le cose. L’allenatore del Barcellona, Setien, dice che i 5 cambi penalizzano la sua squadra?
Ha una panchina di alto livello, con tutto il rispetto per gli avversari. Ma è anche vero che chi gioca contro le grandi dà sempre di più».
Attenzione, però, all’effetto «frullatore». Uno studio del Cies di Losanna per gli anni 2005-2018 ha dimostrato che le squadre che hanno utilizzato più giocatori hanno ottenuto una media punti inferiore; che l’italia è il Paese con più turnover; che alcune squadre che hanno schierato più spesso gli stessi 11 titolari, hanno fatto delle imprese, vincendo il campionato, come il Leicester di Ranieri, il Chelsea di Conte, il Dortmund di Klopp, il Lille di Garcia. La squadra in testa a questa speciale classifica di fedeltà? Il Napoli di Sarri nel 2015/2016: gli stessi 11 giocarono l’88% dei minuti a disposizione. Adesso Sarri ha cambiato scenario e strategia, con la sua Juve extralarge. E dovrà dimostrare che l’arte dei cambi è da scudetto: «Ogni giorno leggo e sento di squadre favorite o meno dal calendario — chiosa Massaro — ma dipenderà soprattutto da chi si è preparato meglio per giocare ogni tre giorni». Senza dimenticare il Gran Riserva che aspetta in frigo.