Casa Bianca, il «muro» di Trump
Il presidente rafforza le recinzioni contro le proteste, ma invoca George Floyd: «Grande giorno per lui»
Un «muro» intorno alla Casa Bianca. Il presidente Trump ha fatto rafforzare le recinzioni contro le proteste e ieri ha invocato George Floyd. A sorpresa disoccupazione in calo.
Chiedo che Trump ritiri le forze dell’ordine federali e militari dal distretto di Washingtonmuriel
Bowser sindaca di Washington
d George Floyd ci sta guardando dal cielo e sta vedendo le grandi cose che avvengono nel Paese Donald Trump
WASHINGTON Buffalo, Stato di New York, giovedì 4 giugno. È da poco scattato il coprifuoco. Un uomo in jeans e camicia blu si avvicina al cordone di polizia. È un signore alto, diritto, che dimostra meno dei suoi 75 anni. Indossa la mascherina e ha in mano un telefonino. Ha qualcosa da dire agli agenti, ma è chiaramente inoffensivo. «Via, via» gli gridano i poliziotti. Il plotone si rimette in movimento e uno degli agenti lo spinge con forza. L’anziano perde l’equilibrio e cade malamente sulla schiena. Batte la testa, perde subito conoscenza, un fiotto di sangue gli cola dall’orecchio.
Tutta la scena è ripresa da una televisione locale. In breve il video va aggiungersi alla lunga filmografia della vergogna che sta indignando l’america. Il manifestante è in «condizioni stabili, ma gravi» fanno sapere dall’ospedale. In un primo momento il Police Department di Buffalo aveva fatto sapere che l’uomo «era inciampato». Ma la versione ufficiale è stata ridicolizzata dalla clip. Due agenti sono stati sospesi a tempo indeterminato e senza stipendio. Il sindaco della città, il democratico Byron Brown, si è detto «angosciato». Il Governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha definito l’incidente «totalmente ingiustificato». «Basta abusi della polizia. Le cose devono cambiare» ha aggiunto. Ed è esattamente questo il problema: come possono cambiare?
Nei giorni scorsi Barack Obama ha invitato i sindaci a «revisionare e se necessario modificare le regole di ingaggio e i codici disciplinari della polizia». Un solo numero ricavato dalle statistiche: 69 dei 100 centri urbani più popolosi sono governati da democratici. Nella lista figurano le metropoli dove in questi giorni (e storicamente) ci sono state più contestazioni per il comportamento della polizia: New York (523 denunce raccolte dal 29 maggio al 3 giugno), Los Angeles, Atlanta, Chicago, Detroit, Filadelfa, Baltimora e ora Minneapolis e Buffalo. Ieri è arrivato un primo segnale proprio da Minneapolis: il sindaco Jacob Frey si prepara ad abolire il cosiddetto «chockhold», il metodo con cui fu immobilizzato e ucciso George Floyd, il 25 maggio scorso. Ma l’onda della protesta continua. Per il fine settimana sono previste grandi mobilitazioni.
Oggi l’attenzione tornerà su Washington. Nella notte tra giovedì e venerdì scorso i reparti della Park Police hanno montato alte reti di protezione lungo il perimetro della Casa Bianca rimasto scoperto. È un effetto «fortezza» che
A Buffalo dov’era la minaccia? Come siamo arrivati a questo? Basta abusi della polizia, le cose devono cambiare Andrew Cuomo governatore dello Stato di New York
Possiamo cambiare il modo in cui opera il dipartimento di polizia e guidare le riforme nazionali. Non possiamo fallire Jacob Frey sindaco di Minneapolis
scende fino al parco che separa il South Portico dalla Constitution Avenue, l’arteria che costeggia la Mall con i monumenti principali della capitale. Lo spazio, la proiezione verso l’esterno della residenza presidenziale non sono casuali. George Washington diede mandato agli architetti di costruire istituzioni «aperte al popolo».
Ecco perché colpisce vedere la Casa Bianca blindata: un’altra prova di forza voluta da Donald Trump.
Il presidente ieri ha tenuto una conferenza stampa per capitalizzare politicamente il calo della disoccupazione. A un certo punto ha detto: «George (Floyd ndr) ci sta guardando dal cielo e sta vedendo le grandi cose che stanno avvenendo nel Paese. È un grande giorno per lui, è un grande giorno per tutti». Altre polemiche che si sommano alle tensioni tra la Casa Bianca e il Comune. La sindaca democratica e afroamericana Muriel Bowser, 47 anni, ha inviato una lettera a Trump per chiedergli di «ritirare tutte le forze federali, perché i raduni sono pacifici». E ieri mattina il Pentagono ha ordinato ai 1.600 soldati che erano rimasti in attesa nell’aeroporto di Andrews di rientrare nelle basi in North Carolina e nello Stato di New York. A Washington restano circa cinquemila militari della Guardia Nazionale.
La sindaca Bowser, inoltre, ha autorizzato un gruppo di artisti a dipingere sull’asfalto della 16esima strada lo slogan «Black Lives Matter» a caratteri cubitali gialli: sarà anche il nuovo nome della piazzetta dove sorge la St. John’s Episcopal Church. La Chiesa dei presidenti, dove martedì scorso Trump si è messo in posa con una Bibbia in mano, dopo aver fatto sgomberare la folla dalla polizia a cavallo.