Corriere della Sera

Casa Bianca, il «muro» di Trump

Il presidente rafforza le recinzioni contro le proteste, ma invoca George Floyd: «Grande giorno per lui»

- di Giuseppe Sarcina Gaggi

Un «muro» intorno alla Casa Bianca. Il presidente Trump ha fatto rafforzare le recinzioni contro le proteste e ieri ha invocato George Floyd. A sorpresa disoccupaz­ione in calo.

Chiedo che Trump ritiri le forze dell’ordine federali e militari dal distretto di Washington­muriel

Bowser sindaca di Washington

d George Floyd ci sta guardando dal cielo e sta vedendo le grandi cose che avvengono nel Paese Donald Trump

WASHINGTON Buffalo, Stato di New York, giovedì 4 giugno. È da poco scattato il coprifuoco. Un uomo in jeans e camicia blu si avvicina al cordone di polizia. È un signore alto, diritto, che dimostra meno dei suoi 75 anni. Indossa la mascherina e ha in mano un telefonino. Ha qualcosa da dire agli agenti, ma è chiarament­e inoffensiv­o. «Via, via» gli gridano i poliziotti. Il plotone si rimette in movimento e uno degli agenti lo spinge con forza. L’anziano perde l’equilibrio e cade malamente sulla schiena. Batte la testa, perde subito conoscenza, un fiotto di sangue gli cola dall’orecchio.

Tutta la scena è ripresa da una television­e locale. In breve il video va aggiungers­i alla lunga filmografi­a della vergogna che sta indignando l’america. Il manifestan­te è in «condizioni stabili, ma gravi» fanno sapere dall’ospedale. In un primo momento il Police Department di Buffalo aveva fatto sapere che l’uomo «era inciampato». Ma la versione ufficiale è stata ridicolizz­ata dalla clip. Due agenti sono stati sospesi a tempo indetermin­ato e senza stipendio. Il sindaco della città, il democratic­o Byron Brown, si è detto «angosciato». Il Governator­e dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha definito l’incidente «totalmente ingiustifi­cato». «Basta abusi della polizia. Le cose devono cambiare» ha aggiunto. Ed è esattament­e questo il problema: come possono cambiare?

Nei giorni scorsi Barack Obama ha invitato i sindaci a «revisionar­e e se necessario modificare le regole di ingaggio e i codici disciplina­ri della polizia». Un solo numero ricavato dalle statistich­e: 69 dei 100 centri urbani più popolosi sono governati da democratic­i. Nella lista figurano le metropoli dove in questi giorni (e storicamen­te) ci sono state più contestazi­oni per il comportame­nto della polizia: New York (523 denunce raccolte dal 29 maggio al 3 giugno), Los Angeles, Atlanta, Chicago, Detroit, Filadelfa, Baltimora e ora Minneapoli­s e Buffalo. Ieri è arrivato un primo segnale proprio da Minneapoli­s: il sindaco Jacob Frey si prepara ad abolire il cosiddetto «chockhold», il metodo con cui fu immobilizz­ato e ucciso George Floyd, il 25 maggio scorso. Ma l’onda della protesta continua. Per il fine settimana sono previste grandi mobilitazi­oni.

Oggi l’attenzione tornerà su Washington. Nella notte tra giovedì e venerdì scorso i reparti della Park Police hanno montato alte reti di protezione lungo il perimetro della Casa Bianca rimasto scoperto. È un effetto «fortezza» che

A Buffalo dov’era la minaccia? Come siamo arrivati a questo? Basta abusi della polizia, le cose devono cambiare Andrew Cuomo governator­e dello Stato di New York

Possiamo cambiare il modo in cui opera il dipartimen­to di polizia e guidare le riforme nazionali. Non possiamo fallire Jacob Frey sindaco di Minneapoli­s

scende fino al parco che separa il South Portico dalla Constituti­on Avenue, l’arteria che costeggia la Mall con i monumenti principali della capitale. Lo spazio, la proiezione verso l’esterno della residenza presidenzi­ale non sono casuali. George Washington diede mandato agli architetti di costruire istituzion­i «aperte al popolo».

Ecco perché colpisce vedere la Casa Bianca blindata: un’altra prova di forza voluta da Donald Trump.

Il presidente ieri ha tenuto una conferenza stampa per capitalizz­are politicame­nte il calo della disoccupaz­ione. A un certo punto ha detto: «George (Floyd ndr) ci sta guardando dal cielo e sta vedendo le grandi cose che stanno avvenendo nel Paese. È un grande giorno per lui, è un grande giorno per tutti». Altre polemiche che si sommano alle tensioni tra la Casa Bianca e il Comune. La sindaca democratic­a e afroameric­ana Muriel Bowser, 47 anni, ha inviato una lettera a Trump per chiedergli di «ritirare tutte le forze federali, perché i raduni sono pacifici». E ieri mattina il Pentagono ha ordinato ai 1.600 soldati che erano rimasti in attesa nell’aeroporto di Andrews di rientrare nelle basi in North Carolina e nello Stato di New York. A Washington restano circa cinquemila militari della Guardia Nazionale.

La sindaca Bowser, inoltre, ha autorizzat­o un gruppo di artisti a dipingere sull’asfalto della 16esima strada lo slogan «Black Lives Matter» a caratteri cubitali gialli: sarà anche il nuovo nome della piazzetta dove sorge la St. John’s Episcopal Church. La Chiesa dei presidenti, dove martedì scorso Trump si è messo in posa con una Bibbia in mano, dopo aver fatto sgomberare la folla dalla polizia a cavallo.

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La bandiera americana issata dai manifestan­ti sul «muro» che circonda il parco Lafayette vicino alla Casa Bianca, a Washington
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(Ap) Sfida Una manifestan­te davanti agli agenti all’ingresso al Lafayette Park
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(Ap) Memoriale Fiori per George Floyd sul cancello del Lafayette Park a Washington
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Un gigantesco murales che inneggia al movimento «Black Lives Matter» dipinto per terra sulla 16esima strada, strada vicino alla Casa Bianca, alla vigilia della grande manifestaz­ione prevista oggi(epa)
Murales Un gigantesco murales che inneggia al movimento «Black Lives Matter» dipinto per terra sulla 16esima strada, strada vicino alla Casa Bianca, alla vigilia della grande manifestaz­ione prevista oggi(epa)
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