«Riaprire le frontiere insieme» L’appello di Italia e Spagna all’ue
La ripartenza ha bisogno di simboli e la riapertura delle frontiere è forse quello principale ma non se è a singhiozzi. L’uscita dal lockdown sarà completa in Europa quando sarà ripristinata la libera circolazione delle persone, che vorrà anche dire ripresa dell’economia a cominciare dal turismo. Parte da questa constatazione la lettera che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il premier spagnolo Pedro Sánchez hanno scritto alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per chiedere un approccio coordinato e basato su criteri scientifici.
Il tema delle frontiere è su tutti i tavoli e a tutti i livelli. Ne hanno discusso anche al Consiglio Affari interni ieri in videoconferenza. Ma se alla vigilia Roma e Madrid, i due Paesi più colpiti dalla pandemia, hanno sentito la necessità di ribadire quali debbano essere le priorità nell’ue, è evidente che c’è uno scarto tra teoria e pratica. Il 3 giugno l’italia ha riaperto i confini ai cittadini dell’area Schengen, togliendo quarantena e autocertificazione. Però gli italiani non sono altrettanto liberi di muoversi. La Grecia, ad esempio, ha deciso di introdurre limitazioni per i cittadini provenienti da Lombardia, Piemonte e Veneto, mentre l’austria di tenere i confini ancora chiusi con l’italia mentre apre agli altri. «Crediamo che per avere una ripartenza armonica ed efficace — scrivono i due premier — il rallentamento delle restrizioni ai nostri confini interni debba essere portato avanti in una maniera coordinata e non discriminatoria, basata su chiari, comuni e trasparenti criteri epidemiologici». Italia e Spagna si rifanno alle raccomandazioni presentate dalla Commissione il 13 maggio e propongono che l’ecdc, l’agenzia europea che monitora l’andamento epidemiologico, «giochi un ruolo di primo piano, definendo il prima possibile questi criteri insieme agli Stati membri».
Al momento i Paesi si stanno muovendo in ordine sparso. Al termine della videoconferenza dei ministri dell’interno, la commissaria Ue Ylva Johansson ha spiegato che «torneremo al pieno funzionamento dell’area Schengen non più tardi di fine giugno», molti Paesi toglieranno le restrizioni già il 15 giugno, ma alcuni «dicono di non essere pronti a farlo» e di aver bisogno di valutare ulteriormente la situazione epidemiologica. Mentre l’apertura delle frontiere esterne all’ue è stata rinviata al primo luglio. Per Conte e Sánchez l’obiettivo finale dovrebbe essere il pieno ripristino della libertà di movimento tra tutti gli Stati membri che «dovrebbe essere interrotta in modo giustificato solo in base ai criteri oggettivi e chiari stabiliti dall’ecdc con gli Stati membri». Le frontiere sono di competenza esclusiva degli Stati e la Commissione non ha alcun potere se non le raccomandazioni. I
L’impegno
La commissaria Johansson: «Entro fine mese torneremo al sistema di Schengen»
due premier hanno anche chiesto che «i trasporti siano regolati da protocolli di sicurezza sanitaria armonizzati e concordati da tutti».
I ministri dell’interno hanno anche affrontato il tema migranti. L’italia con Spagna, Grecia, Malta e Cipro ha presentato un documento perché la Commissione nel suo nuovo Patto sulla Migrazione «superi il criterio della responsabilità del Paese di primo ingresso» e preveda «un meccanismo di ricollocamenti obbligatori».