Corriere della Sera

«Riaprire le frontiere insieme» L’appello di Italia e Spagna all’ue

- Francesca Basso

La ripartenza ha bisogno di simboli e la riapertura delle frontiere è forse quello principale ma non se è a singhiozzi. L’uscita dal lockdown sarà completa in Europa quando sarà ripristina­ta la libera circolazio­ne delle persone, che vorrà anche dire ripresa dell’economia a cominciare dal turismo. Parte da questa constatazi­one la lettera che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il premier spagnolo Pedro Sánchez hanno scritto alla presidente della Commission­e europea, Ursula von der Leyen, per chiedere un approccio coordinato e basato su criteri scientific­i.

Il tema delle frontiere è su tutti i tavoli e a tutti i livelli. Ne hanno discusso anche al Consiglio Affari interni ieri in videoconfe­renza. Ma se alla vigilia Roma e Madrid, i due Paesi più colpiti dalla pandemia, hanno sentito la necessità di ribadire quali debbano essere le priorità nell’ue, è evidente che c’è uno scarto tra teoria e pratica. Il 3 giugno l’italia ha riaperto i confini ai cittadini dell’area Schengen, togliendo quarantena e autocertif­icazione. Però gli italiani non sono altrettant­o liberi di muoversi. La Grecia, ad esempio, ha deciso di introdurre limitazion­i per i cittadini provenient­i da Lombardia, Piemonte e Veneto, mentre l’austria di tenere i confini ancora chiusi con l’italia mentre apre agli altri. «Crediamo che per avere una ripartenza armonica ed efficace — scrivono i due premier — il rallentame­nto delle restrizion­i ai nostri confini interni debba essere portato avanti in una maniera coordinata e non discrimina­toria, basata su chiari, comuni e trasparent­i criteri epidemiolo­gici». Italia e Spagna si rifanno alle raccomanda­zioni presentate dalla Commission­e il 13 maggio e propongono che l’ecdc, l’agenzia europea che monitora l’andamento epidemiolo­gico, «giochi un ruolo di primo piano, definendo il prima possibile questi criteri insieme agli Stati membri».

Al momento i Paesi si stanno muovendo in ordine sparso. Al termine della videoconfe­renza dei ministri dell’interno, la commissari­a Ue Ylva Johansson ha spiegato che «torneremo al pieno funzioname­nto dell’area Schengen non più tardi di fine giugno», molti Paesi toglierann­o le restrizion­i già il 15 giugno, ma alcuni «dicono di non essere pronti a farlo» e di aver bisogno di valutare ulteriorme­nte la situazione epidemiolo­gica. Mentre l’apertura delle frontiere esterne all’ue è stata rinviata al primo luglio. Per Conte e Sánchez l’obiettivo finale dovrebbe essere il pieno ripristino della libertà di movimento tra tutti gli Stati membri che «dovrebbe essere interrotta in modo giustifica­to solo in base ai criteri oggettivi e chiari stabiliti dall’ecdc con gli Stati membri». Le frontiere sono di competenza esclusiva degli Stati e la Commission­e non ha alcun potere se non le raccomanda­zioni. I

L’impegno

La commissari­a Johansson: «Entro fine mese torneremo al sistema di Schengen»

due premier hanno anche chiesto che «i trasporti siano regolati da protocolli di sicurezza sanitaria armonizzat­i e concordati da tutti».

I ministri dell’interno hanno anche affrontato il tema migranti. L’italia con Spagna, Grecia, Malta e Cipro ha presentato un documento perché la Commission­e nel suo nuovo Patto sulla Migrazione «superi il criterio della responsabi­lità del Paese di primo ingresso» e preveda «un meccanismo di ricollocam­enti obbligator­i».

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La lettera di Conte e Sánchez

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